Odevaine accusa Totti: «Soldi in nero ai vigili per fare scortare i...

Odevaine accusa Totti: «Soldi in nero ai vigili per fare scortare i figli»

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Libero (B. Bolloli)La mazzata dopo il derby. Francesco Totti ha avuto appena il tempo di gioire per la vittoria della sua Roma contro la Lazio, che ieri è arrivata l’ennesima deposizione di Luca Odevaine a guastargli la festa. Il Pupone «ha pagato in nero alcuni vigili urbani affinché facessero la scorta ai figli». L’ex braccio destro diWalter Veltroni, imputato nel maxi-processo su Mafia capitale, ha parlato ancora. Nomi e cognomi (spesso un po’ storpiati), dettagli, episodi, tangenti e soldi pubblici sprecati.

Dopo avere svelato le trame del potere siciliano per spartirsi la gestione del Cara di Mineo, l’ex responsabile del Tavolo di coordinamento nazionale sull’immigrazione, nel nuovo interrogatorio appena depositato, passa al capitolo romano, quello che conosce meglio, visto che in Campidoglio, fino al 2008, era considerato lui «l’uomo delle emergenze», regista dei grandi eventi ed esperto di sicurezza, una garanzia per Veltroni e la sua giunta. Così esperto da essere confermato perfino nei primi mesi di amministrazione da Gianni Alemanno. Dopo quell’esperienza Odevaine è diventato capo della polizia della Provincia di Roma con Nicola Zingaretti, quindi al Viminale, al tavolo di coordinamento sull’accoglienza per i richiedenti asilo. Sempre nella stanza dei bottoni. Il Facilitatore.

Sono i riscontri ad alcune dichiarazioni di Salvatore Buzzi, il ras delle coop rosse che si è arricchito lavorando con il Comune, che interessano i magistrati. Il pm, Paolo Ielo, chiede e Odevaine risponde. Non tace su niente. La collaborazione con gli inquirenti gli ha garantito i domiciliari dopo undici mesi passati in cella. L’ultimo interrogatorio è del 15 ottobre, a Terni. Il pubblico ministero, Paolo Ielo, vuole sapere se è vero,come aveva sostenuto Buzzi ad agosto, che i vigili di Roma «dovevano fare la vigilanza ai figli di Totti». L’ex braccio destro del sindaco Veltroni conferma. «È vero,ma lo facevano fuori dall’orario di lavoro e venivano pagati “in nero”, dallo stesso Totti».

Odevaine a questo punto tira in ballo i carabinieri e paventa un rischio sequestro, emerso allora, ai danni dei piccoli del capitano della Roma. «L’esigenza della scorta era nata dal fatto che era giunta una voce di un progetto di rapimento del figlio di Totti», spiega. «Ne parlai con il colonnello Luogo dei carabinieri, il quale, tenuto conto della genesi e della natura della notizia, convenne con me che non era il caso di investire il comitato per l’ordine e la sicurezza, ma che si poteva trovare un modo per provvedere». Sarà vero? I carabinieri fanno sapere che nel 2008, il nucleo investigativo del comando provinciale di Roma ha svolto specifiche indagini per verificare la fondatezza di notizie circa un presunto piano di rapimento dei figli di Totti a scopo estorsivo. Ma non emerse nulla e l’allora colonnello Luongo «non fu interessato alla vicenda da parte di alcuno».

Dalla polizia municipale nessun commento: è noto che la suocera del Pupone sia una vigilessa a Roma. Doveva fare la scorta lei ai nipotini? Il genero, tuttavia, è presente nelle carte anche a causa di un residence peri profughi intestato a una sua società, ma sul resto è estraneo e ha annunciato querela. Così come gli altri personaggi di cui Odevaine parla, anche Alemanno con cui l’imputato afferma «il sistema Buzzi divenne il riferimento nel settore del sociale», respingono le accuse. «Tutte balle», tuona l’ex primo cittadino. Odevaine, però, è un fiume in piena. Attacca su una presuntatangente, pagata da Caltagirone, che querela, in relazione all’affare edilizio della Bufalotta, cita il deputato Pd Umberto Marroni, che querela, un tale «Pisu», il monopolio dei camion bar, l’accordo sui soldi tra destra e sinistra. Ce n’è per tutti.

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