CORRIERE DELLO SPORT – A. GHIACCI – I dubbi sono emersi fin dai primi giorni di nuova Roma. Evidentemente, in tanti hanno messo a fuoco il possibile problema: Pjanic sarà adatto al calcio di Zeman? «Sicuramente» , è stata la prima decisa risposta dell’ambiente. Ma i dubbi, dopo quasi tre mesi dal raduno dei giallorossi a Trigoria, sono ancora lì, forse ancora più intensi di quelli di inizio luglio. Perché dopo diversi esperimenti, la prima sentenza di Zeman è stata chiara: «E’ un giocatore di costruzione, sto pensando di allontanarlo da Totti» . Ecco il punto: Pjanic, da intermedio sinistro del 4-3-3, si incrociava spesso con il capitano, andando a giocare il pallone in quella stessa zona. Semplice, si penserà: basta spostarlo dalla parte opposta. Anche a destra, però, il giovane bosniaco non sembra avere le giuste caratteristiche per inserirsi nelle reti del modulo dell’allenatore di Praga.
ESAMI – Un altro dato però, quello relativo alle sostituzioni, spiega come Pjanic sia ancora al centro degli esperimenti. L’ex Lione infatti è stato sempre sostituito, in tutte le 11 partite, iniziate come detto dal primo minuto (come lui solo Nico Lopez, 4 volte, e Lamela, 7 volte). E se per ora, con gli infortuni di De Rossi e Bradley, altri due centrocampisti, la soluzione del problema non è ancora così impellente, presto lo diventerà. Forse già domenica, nella trasferta di Cagliari, Zeman potrebbe essere alle prese con l’abbondanza dei mediani. Il centrocampo è il settore in cui la Roma è messa meglio: lì c’è possibilità di scelta, sia di uomini che di compiti da assegnare. Ecco allora che se De Rossi dovesse rispondere presente, in anticipo rispetto ai tempi stabiliti inizialmente, il dilemma prenderebbe corpo in un attimo: chi resta fuori tra Pjanic, De Rossi, Tachtsidis e Florenzi? Non ce ne voglia Marquinho, ma il brasiliano in questo momento sembra arrivare leggermente dopo nelle gerarchie. Pjanic, la Roma e Zeman. Un problema destinato a far discutere ancora a lungo.