Rabbia De Sanctis: «Noi poco lucidi. Ma il sistema…»

Rabbia De Sanctis: «Noi poco lucidi. Ma il sistema…»

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Morgan De SanctisGASPORT (M. CECCHINI) – L’«Arrivederci Roma» ha cominciato a suonare forte tra il minuto 27 e 30 della ripresa. Prima fuori Totti per scelta tecnica (insultato da tutto lo stadio), poi De Rossi per un rosso diretto rimediato per un’entrata durissima su Chiellini. La romanità da bandiera sembrava finita in quel momento. Neppure l’esultanza rabbiosa dell’ex Vucinic riusciva più a strappare vetrina, neppure l’espulsione di Castan e l’ammonizione di Ljajic—che portano a tre gli squalificati in vista del Genoa, senza contare la situazione del ginocchio destro di Pjanic da valutare — sembrava importare più a nessuno. La partita ripassava nella memoria come un «B Movie». Coriandoli spiacevoli. Come i pochi buu rimediati da Gervinho nel primo tempo al momento della sua ammonizione, o come i 14 gol rimediati dalla Roma in 4 partite disputate allo Juventus Stadium o come questo 2014 iniziato come il 2013: con una pesante sconfitta (il 6 gennaio fu 41 a Napoli).

De Sanctis: sistema Italia A suonare la carica ci prova De Sanctis. «Nel calcio italiano si parla sempre di razzismo. Stavolta è toccato a me prendere una marea d’insulti, ma questo non è razzismo, solo grande maleducazione. La partita? Nel primo tempo abbiamo fatto un’ottima gara, ma nell’unica situazione pericolosa abbiamo subito gol. Nella ripresa invece abbiamo fatto confusione, non essendo lucidi sulle palle inattive. Le due espulsioni, poi, hanno maturato un risultato esagerato. C’è stata una disattenzione su Bonucci, e magari nel primo gol potevo metterci una pezza. Cosa ha la Juve più di noi? Considerando il primo tempo, direi solo 8 punti. Per quello che ha determinato il risultato, ribadisco: è il sistema italiano che la rende più forte. Questo non vuole essere negativo. Per esempio: la Juve è l’unica squadra che ha uno stadio ed è un vantaggio, questo per il sistema e magari anche per bravura della società. E se qualcuno contesta la Juve, non dice cose da bar. Se potesse parlare solo chi vince, non parlerebbe nessuno. Comunque l’11 maggio all’Olimpico sarà un’altra partita. Su una cosa quelli della Juve hanno ragione, conta il campo: e noi non lo abbiamo dimostrato. Anzi, ci teniamo a battere in Coppa la Samp perché ci consentirebbe di ritrovare subito la Juve». Anche per vendicare l’amaro finale di partita, con i cori di scherno dei tifosi juventini. Una beffa, che però non toglie spazio ai sogni. Basta crederci.

 

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