CORRIERE DELLO SPORT – A. GHIACCI – La domenica era cominciata nel migliore dei modi. Dopo la vittoria di Milano la Roma sembrava in grado di ottenere altri tre punti. Di più: la festa, dopo il primo tempo chiuso sul 2-0, era già cominciata. E’ finita con un’amarezza che nessuno si sarebbe mai aspettata. A fine partita, dopo il successo del Bologna all’Olimpico e la prima sconfitta di questo campionato, la faccia del direttore sportivo giallorosso Walter Sabatini è tutta un programma. Fatica a trovare una spiegazione, ma almeno parte da un punto fermo: «Non è colpa di Zeman, non c’entra niente la filosofia zemaniana con questa partita, non ci sono i contropiedi che storicamente ha subito il tecnico in carriera. Anzi, del nostro allenatore è il merito dei primi sessantacinque minuti giocati molto bene. Lui è il tecnico e non va in campo, non gli si devono attribuire in maniera esclusiva né le vittorie né le sconfitte. Il risultato di oggi non aiuta il processo di crescita che era in corso, ma non ci eravamo illusi dopo San Siro. Zeman sarà il nostro allenatore perché è nostro preciso convincimento che con lui si raggiungeranno i risultati che ci siamo prefissi, chi lo attacca perde tempo»
SINGOLI- Si è discusso della prestazione di Piris, esterno destro paraguaiano che nelle prime tre partite della stagione non ha dato segnali incoraggianti. Anche ieri è entrato in maniera negativa in due dei tre gol del Bologna: «Per settanta minuti ha fatto molto bene, anche nel sostegno all’azione offensiva. Credo sia stato condannato più dal secondo gol in cui ha subito ingenuamente un triangolo, lì ha delle responsabilità anche se c’è stata una bella combinazione. Deve essere forte, come tutti, non ci dobbiamo inginocchiare per una sconfitta. Sul primo gol del Bologna è concorso di colpa di tutta la difesa. Piris giocherà, migliorerà e sarà valutato. E comunque sui giocatori c’è la mia responsabilità diretta. Non ci consola, ma si sono viste cose buone, dalla condizione di Totti alla partita giocata da Lamela. Dobbiamo registrare questo e tenercelo per il futuro»