Roma, gol divorati

Roma, gol divorati

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Il Corriere Della Sera (L.Valdiserri) – Non fermatevi al risultato finale, anche se un 4-0 tra Olimpico e Bernabeu non dovrebbe lasciare dubbi. La verità è che si poteva fare. O, almeno, ci si poteva arrivare molto vicino. Bastava non stabilire il record mondiale di gol divorati davanti alla porta, con Dzeko e Salah primatisti. La Roma esce dalla Champions, salvando con i suoi sprechi un Real Madrid che, per un’ora, avrebbe meritato l’ennesima eliminazione da parte di una squadra italiana. Sarebbe stata la nona consecutiva nelle gare andata-ritorno. La differenza, come all’andata, l’hanno fatta i dettagli che, però, nel calcio sono anche sostanza: Cristiano Ronaldo a sbloccare il risultato, Digne a mostrare limiti quando c’è da difendere (all’andata lo beffò Jesé, adesso Lucas Vazquez), gli attaccanti romanisti da 6,5 per impegno e da 4 per freddezza sotto porta (per Dzeko va fatto un discorso a parte, visto che sembra demoralizzato e fuori dal contesto), i madridisti capaci di risollevare anche una gara pessima con un colpo importante (vedi James).Nel calcio esistono categorie che la bravura del tecnico può limitare, ma non cancellare. Così va fuori Spalletti e va avanti Zidane, anche se il francese è ancora alla scuola guida dell’allenatore. E colpiscono per sincerità le riflessioni del tecnico giallorosso: «Non si può essere contenti di una doppia sconfitta. Se facciamo simili analisi significa che mentalmente siamo caduti in basso». Il Real Madrid, naturalmente, ha avuto le sue occasioni da gol, come da legge del Bernabeu. Ha giocato peggio della Roma, ma non ha fallito quando la partita è arrivata alla stretta decisiva. Clamorosi gli errori delle punte giallorosse nel primo tempo. La prima è la più importante e capita a Dzeko al 14’. Il bosniaco è solo davanti a Navas (azione di Salah e «velo» di El Shaarawy) e potrebbe segnare in tutti modi, ma tira male sul primo palo e manda la palla fuori. Lì poteva iniziare la partita che Luciano Spalletti aveva preparato: mettere pressione sul Real, agitando davanti a Cristiano & Co. lo spettro di un tracollo storico. Al 28’ cambiano gli addendi, ma non il risultato: Dzeko smarca in area Salah e questa volta è l’egiziano a non trovare la porta. Il Real si affida alla regia di Modric e alla voglia intermittente di Ronaldo. Szczesny deve spendere proprio sul portoghese la parata più difficile, chiudendogli la porta con un’uscita spericolata. Nella ripresa esce Pjanic, che già alla vigilia non era al top, ed entra Vainqueur. Non cambiano gli errori in zona gol e il più clamoroso è ancora di Salah, che mette in croce la difesa blanca quando parte palla al piede ma poi spreca tutto sotto porta. È naturale che il Real a questo punto punisca. È normale che lo faccia Ronaldo, su assist del nuovo entrato Vazquez e dormita di Digne. James Rodriguez dà al risultato un divario ingiusto, Totti entra e si prende l’applauso che il Bernabeu riserva solo ai campioni. La Roma, attraverso il campionato, deve ritornare in Champions. Il Real va avanti, ma Barcellona e Bayern sono di un altro pianeta e Juve, Manchester City e Paris Saint Germain sono nettamente più forti.

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