Rudi all’attacco

Rudi all’attacco

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rudi garciaIL MESSAGGERO (S. CARINA) – Tutto come previsto. O quasi. Ieri l’ironia di Garcia in sala stampa all’ora di pranzo («Cosa è accaduto nel tunnel? C’era una persona che non conosco, che sembra essere uno steward. Prima gli ho dato una bastonata al ginocchio, poi ho preso la pistola e gli ho sparato al piede») celava la certezza di essere già in possesso dell’asso nella manica, rappresentato dalla parziale rettifica dello steward Mentocurto che ha difatti permesso nel pomeriggio la sospensione della squalifica per il tecnico. La conferma arriva intorno alle ore 16,35 dal dg Baldissoni, all’uscita dagli uffici federali di via Campania: «Abbiamo rappresentato i fatti, ma c’è anche un elemento nuovo visto che in mattinata abbiamo ricevuto attraverso il Genoa una dichiarazione da parte dello steward che aveva denunciato l’episodio in cui fa una rettifica di quello che aveva interpretato come possibile tentativo di schiaffo e che invece era un tentativo di strattonare il tunnel per aprire un camminamento a protezione dei giocatori su cui stavano piovendo bottiglie, monete e quant’altro». Una retromarcia (anche se da Genova trapela come lo steward abbia ammesso di non essere sicuro della volontarietà del gesto, scaturito dalla confusione del momento) che ha fatto in modo che non venissero nemmeno ascoltati i sette testimoni (i vice Bompard e Ficheaux, il team manager Scaglia, i preparatori Rongoni, Nanni, Scala, e il medico sociale Colautti) che la Roma aveva presentato per supportare la tesi difensiva di Garcia. Poco dopo è arrivato il comunicato tanto atteso della Corte Sportiva d’Appello che ha disposto «la trasmissione del fascicolo alla Procura Federale, affinché vengano accertati gli accadimenti oggetto di giudizio», e «sospeso l’esecutività della squalifica inflitta a Rudi Garcia».

SCIVOLATA TOSEL Tanto rumore per nulla, quindi. Anche perché la trasmissione degli atti al procuratore Palazzi poteva/doveva essere già fatto dal giudice sportivo Tosel che in modo irrituale è venuto meno all’articolo 35 del codice di giustizia sportiva che nel merito è chiaro: «I rapporti dell’arbitro, degli assistenti, del quarto ufficiale e i relativi eventuali supplementi, fanno piena prova circa il comportamento di tesserati in occasione dello svolgimento delle gare. Gli organi di giustizia sportiva possono utilizzare altresì ai fini di prova gli atti di indagine della Procura federale». A Genova, però, né gli ufficiali di gara, né i delegati della procura federale avevano ravvisato l’episodio e l’acquisizione della testimonianza di un incaricato di pubblico servizio, non tesserato, non è prevista dai regolamenti e avrebbe rappresentato in futuro un precedente pericoloso. Vittoria anche sul versante Holebas. Il club, rappresentato oltre che da Baldissoni anche dall’avvocato Conte, ha infatti segnalato sia il vizio di procedura (la prova fotografica non è prevista dal codice) che allegato otto precedenti che dimostravano come in passato il giudice sportivo per casi analoghi avesse deciso in maniera del tutto differente, applicando (e non sempre) una multa. A suggellare il trionfo legale, anche la sospensione della multa di 20mila euro, comminata per aver rifiutato di mostrare i tesserini di riconoscimento. La richiesta è divenuta illegittima nel momento in cui le dichiarazioni erano state raccolte in modo improvvido. Cosa accadrà ora? Azzerata la procedura probatoria ne partirà un’altra ex novo, affidata a Palazzi. Verranno ascoltate le parti e poi presa una decisione.

CAPOPOPOLO Forte delle proprie certezze, Garcia già in sala stampa aveva provveduto al contrattacco mediatico: «Più ci daranno fastidio, più lotteremo. Più sarà difficile, più attaccheremo». Come accaduto dopo il 5 ottobre («Vinceremo lo scudetto, sono sicuro») è sembrata ancora una volta una strategia di comunicazione, certamente più aggressiva rispetto al passato, volta a infondere certezze alla squadra e fierezza nell’ambiente. Puntuale anche l’ennesima stoccata alla Juventus: «Non ho sentito quello che hanno detto Nedved («A Roma parlano, la Juve lavora», ndc) e Allegri e non me ne frega niente. Io penso alla mia Roma».

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