IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) – Garcia sorride ma sa. Sa che qualcosa non è andato e che i tre punti vanno oltre tutto, sono coprenti. Si mettono davanti a certe magagne difensive, che talvolta portano la Roma a rischiare più del dovuto. Quando si sbagliano tante occasioni, il rischio di tornare a casa a bocca asciutta è enorme, questo è il concetto. E stavolta i giallorossi – dopo il pari della Juventus contro la Sampdoria – proprio non potevano permetterselo. Garcia, questo, lo sa. «Abbiamo sfruttato l’occasione di tornare a meno uno dalla Juve, cosa che non c’era riuscita l’altra volta con il Sassuolo. Abbiamo imparato la lezione e siamo riusciti a vincere col Genoa, su un campo difficile. Nel secondo tempo con tante occasioni era possibile fare un gol in più e stare più tranquilli, perché una squadra quando è in dieci può essere pericolosa sui calci piazzati anche se l’ultimo corner non c’era. Abbiamo infatti rischiato un pareggio su un calcio piazzato, per fortuna non è andata così. Problemi psicologici della squadra? No, credo sia soltanto un fatto tecnico davanti alla porta: la Roma ha avuto cinque occasioni per chiudere la partita, se ci fossimo riusciti non sarebbe stato male e soprattutto non avremmo sofferto».
MANOVRA SBIADITA – La Roma dell’anno scorso esprimeva una qualità superiore, questo ormai sembra evidente. Anche se la squadra di quest’anno dà la sensazione di essere più vicina alla Juventus almeno come punti. Forte ma meno bella, insomma. «E’ vero, a volte giochiamo bene, a volte no. Si va in campo ogni tre giorni, le gare di Champions sono state difficili e a volte è mancata di energia. Tutte le squadre italiane che hanno giocato le coppe hanno fatto meno punti dell’anno scorso, noi dobbiamo stare vicini vicini alla vetta».