“Si gioca come si vive”. Ciao Nico

“Si gioca come si vive”. Ciao Nico

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nicolas-burdisso-35534IL ROMANISTA (D. GIANNINI)- Dal Genoa al Genoa. Scherzi del destino. E’ la storia in giallorosso di Nicolas Burdisso, che sta per chiudersi dopo 4 anni e mezzo fatti di un amore a prima vista, di grandi emozioni, di un’avventura da mozzare il fiato anche se finita come non doveva. Fatta, di momenti difficili, di sconfitte, di giorni passati in palestra per tornare il vero, quello che ha davanti a sé un’altra sfida, quella di andarsi a prendere il mondiale in casa del Brasile. E’ solo per questo che non aspetterà giugno e la scadenza naturale del suo contratto. Troppi pochi minuti quelli che questa Roma meravigliosa gli può concedere, con la coppia Benatia-Castan che è la meno battuta d’Europa. E così Burdisso partirà, saluterà per andare forse lì dove tutto era cominciato. O meglio ri-cominciato. Il 23 agosto 2009 con Spalletti in panchina c’era l’esordio in campionato, guarda un po’, proprio a Genova contro il Genoa. Tutto in fretta e furia, una maglia per lui preparata di corsa perché appena arrivato avrebbe dovuto giocare. Poteva sembrare un’operazione “rattoppata”, uno di quegli acquisti che non lasciano il segno. Non è stato così, perché Nico il segno lo lascia sempre. Spalletti salutò, arrivò Ranieri e piano piano cominciò un’avventura tanto esaltate quanto inaspettata con lui, il bandito buono, simbolo di un carattere che aveva trasmesso a tutto lo spogliatoio. Resta scolpita la frase riportata da Ranieri che in un’intervista nel 2011 rivelò un dialogo avvenuto nello spogliatoio: «Burdisso è tra quelli che mi è rimasto nel cuore. Un giorno parlai con la squadra: “Ho una convinzione,si gioca bene in base a come ci si allena”. E lui pronto: “No mister, si gioca come si vive”. Burdisso non si nasconde, ti guarda negli occhi sempre». Un uomo vero, che ha dovuto affrontare momenti difficili. Su tutti quello della malattia che colpì la figlia pochi mesi dopo il suo arrivo in Italia. E poi l’infortunio al ginocchio, le incognite, i dubbi sul recupero. Poi in un lampo eccolo di nuovo lì Nico, a partecipare alle cene di gruppo con tutta la squadra con tutore e stampelle. Sorprendente la sua presenza solo per chi non ha imparato a conoscerlo, uno che nelle cose ci mette il cuore, l’anima, tutto. Uno che non ci sta a subire un torto, uno che è pronto a reagire. Nico ha annunciato che lascerà la Roma. L’ha fatto nella settimana dopo Roma-Genoa, la sua prima avversaria da romanista. L’ha fatto nella settimana prima di Roma-Livorno, la sua prima avversaria da interista dopo il ritorno in Argentina per motivi familiari. Ha annunciato che andrà via dalla Roma nella settimana prima di Genoa-Inter. Incroci, segni del destino, esami da superare, partite da giocare, avventure da vivere. Che poi è la stessa cosa perché “si gioca come si vive”. Con lo sguardo dritto davanti a sé e col petto in fuori. Ciao Nico, in bocca al lupo.

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