Smentite, misteri e tanto imbarazzo. Ma che succede?

Smentite, misteri e tanto imbarazzo. Ma che succede?

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La Gazzetta dello Sport – Aabar si è chiamata fuori. Ma comunque gli arabi ci sono. No, sono europei. UniCredit non sa ancora chi c’è dietro la fiduciaria lussemburghese Claraz, aspetta di scoprirlo oggi da Rothschild. Invece lo sa bene, da tempo. Gli americani sono giustamente basiti e forse si ritirano. No, sono basiti ma non mollano, anzi. Angelucci è spinto dalla politica ma sgradito alla piazza (ieri ha subito fischi e insulti all’Olimpico), e su questo sono tutti d’accordo. Insomma, siamo al solito corto circuito.

La cessione della Roma è un thriller, per non dire di peggio. Proviamo a fare chiarezza. 1 Cominciamo dal ritiro di Aabar… In realtà il fondo di Abu Dhabi non è mai stato in gara— stando al comunicato diffuso ieri —, se non qualche mese fa, quando chiese informazioni sulla Roma a UniCredit. Allora, la banca gli fornì una rosa di advisor cui affidarsi, in cui compariva anche lo studio legale Dla Piper. Prima stranezza: perché il venditore fornisce utili indicazioni ad un possibile acquirente, oltretutto suo azionista? Fatto sta che mesi dopo, cioè in questi giorni, si scopre che lo studio legale cui si è affidata la fiduciaria lussemburghese Claraz Sa è proprio Dla Piper. Ulteriore coincidenza: Dla Piper condivide con Giampaolo Angelucci lo stesso ufficio stampa, la Pms. Ma è un dettaglio. Più importante che Aabar, indicata dietro l’operazione Claraz, ieri si sia chiamato fuori. 2Maallora chi c’è dietro Claraz? Non si riesce a capire.

Lunedì tutti giuravano che ci fosse Aabar. Ieri— spiazzati dalla smentita—, le versioni erano contrastanti: un gruppo europeo, secondo fonti legali. Comunque famiglie arabe, secondo gli advisor. C’è poca chiarezza anche sulla tempistica dell’operazione Claraz. Lo studio legale cui si appoggia, Dla Piper, avrebbe ricevuto l’incarico di preparare l’offerta solo tre settimane fa. Ma non era già scaduto il termine per accedere alla due diligence (30 novembre)? Stranezze. Come il legame tra Claraz e un ramo della famiglia Rothschild (la banca privata Edmond de Rothschild Europe) che le cura la parte organizzativa. Non proprio un conflitto d’interessi, perché la società in rapporti con Claraz (attraverso il vice direttore Sydney Bouvier) non è la stessa banca d’affari advisor della cessione della Roma. Ma una coincidenza che andava evitata, almeno per buon gusto. Infine, ieri sono volate parole pesanti tra UniCredit e Rothschild, perché l’advisor non avrebbe chiarito alla banca chi c’è realmente dietro Claraz.

E quindi l’incontro di oggi con Rothschild e il Cda di Roma 2000 (Sensi compresa) servirebbe proprio a chiarire l’offerta lussemburghese. Ma possibile che la banca non si sia mai informata, nemmeno negli ultimi giorni, dopo le offerte? Gli americani, dagli States, cominciano a farsi strane idee. 3 Ecco. Vero che straniti da questi giochetti pensino al ritiro? «No, gli americani non mollano. Hanno presentato un progetto, hanno firmato un memorandum d’intesa con UniCredit e presentato un’offerta di cui la banca conosce già serietà e consistenza. Restano in attesa, disposti a pazientare qualche giorno (cosa che probabilmente gli verrà chiesta). Solo in un caso abbandonerebbero il campo: se UniCredit giocasse al rialzo, smentendo intese già firmate. 4 E Angelucci? Silente ma convinto della bontà della sua offerta. Forse fa parlare gli altri. È risaputo che goda di appoggi politici. Fonti accreditate riferiscono che le pressioni su UniCredit siano aumentate nelle ultime ore, facendosi quasi insopportabili. La piazza non gradisce Angelucci ma la piazza, si sa, cambia idea con un paio di promesse ad effetto. «Sono convinto che si dovrà tener conto anche del sentimento dei tifosi» , ha detto ieri il sindaco Alemanno. Appunto

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