9 gennaio 1977- 9 gennaio 2017: una leggenda chiamata CUCS (FOTO) (VIDEO)

9 gennaio 1977- 9 gennaio 2017: una leggenda chiamata CUCS (FOTO) (VIDEO)

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Il 9 gennaio 1977 segna una tappa fondamentale nella storia della Roma. La squadra in campo non attraversa uno dei momenti più facili, sebbene quella sia la stagione che vede la prima consacrazione di Bruno Conti e Agostino Di Bartolomei, ma è sugli spalti che scatta la vera rivoluzione.

I tanti gruppi che popolavano la Curva Sud decidono di unirsi in un unico grande gruppo, il “Commando Ultrà Curva Sud”, meglio conosciuto come CUCS. Il nome viene da un’idea di Antonio Bongi, e quello che sta per nascere è una delle massime espressioni dell’amore puro verso una squadra di calcio. Via le barriere, via le divisioni politiche, via tutto: esiste solo l’amore per la Roma. Ed è così che i Boys, i Guerriglieri, le Pantere, la Fossa dei Lupi, i Fedayn e altri gruppi ancora danno vita a qualcosa di magico, di eterno. Il 9 gennaio 1977, in occasione di Roma-Sampdoria, terminata 3-0, spunta il primo striscione dei CUCS.

Un tifo così organizzato è stato il sogno mai realizzato di tantissime tifoserie in tutta Europa. Un appoggio incessante, continuo, incondizionato verso quei colori, che hanno sbalordito nel tempo milioni di sostenitori, giocatori e allenatori avversari.

Quasi commovente il Ti Amo realizzato in un derby, due parole così dense di significato. Appassionante il sostegno in Roma-Torino del 1983 e in Roma-Liverpool, finale di Coppa dei Campioni dell’anno dopo. Indimenticabile quella notte di Coppa delle Coppe contro il Bayern Monaco del 20 marzo 1985. Vinsero i tedeschi, ma poco importa. Quel giorno la vittoria la ottenne la Curva Sud.

Dagli spalti si iniziò a intonare verso il cielo “Che sarà sarà, noi sempre ti sosterrem, ovunque ti seguirem che sara’ sara’…”. 1, 5, 10, 100, 1000, 10000 persone e così via iniziarono a cantare, rendendo quella serata magica, piena di stelle. L’allenatore bavarese del tempo raccontò di essere rimasto sconvolto, il centrocampista danese Lerby lo definì lo spettacolo più bello mai visto nella sua vita.

Testimonianze meravigliose che fecero del CUCS uno dei gruppi organizzati più belli di tutto il mondo. Poi le cose però, come tutte le cose belle, incominciarono a incrinarsi. L’elemento di discussione fu l’acquisto di Lionello Manfredonia, in passato calciatore di Juventus e Lazio. Questo trasferimento provocò la scissione del Commando Ultrà in due fazioni: quelli Anti Manfredonia, il CUCS GAM, e quelli disposti ad accettare il suo passato per amore della squadra.

I dissidi interni non finirono qui, e la chiusura dell’Olimpico per la ristrutturazione in vista di Italia 90 non contribuì di certo a ricomporre quel clima di unità. Nonostante questo, la voglia maggiore fu quella di rimanere insieme e compatti. L’ampliamento del settore allo Stadio Olimpico, la morte di Dino Viola con conseguente cambio dirigenziale, il cambio generazionale misero però sempre più pressione al CUCS, che non riuscì a trovare la forza di porsi ancora come gruppo guida. I tentativi non mancarono, come testimoniato dagli striscioni nella finale di Coppa Uefa 91-92 o nei campionati successivi, ma quel fenomeno che aveva dato un significato tutto nuovo agli anni ’80 non esisteva più.

Con lo scoccare del nuovo millennio fu il gruppo AsRomaUltras a prendere in mano le redini della Curva Sud, mettendo la parola fine a un movimento leggendario, che ha ridefinito i concetti di amore, sport e passione.

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