A. A. A. Cercasi gioco e idee

A. A. A. Cercasi gioco e idee

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L’uscita definitiva dalla corsa scudetto potrebbe portare la Roma a una grave crisi. Il momento è  buio, il gioco continua a mancare e, se i giocatori in campo ci provano senza idee, Ranieri sta vivendo un periodo difficile, e il suo nervosismo peggiora ulteriormente le cose. Sì, è vero, la difesa era in emergenza (è andata male, ma in teoria poteva andare anche peggio), ma il vero problema è che, mancando le idee, si continua ancora una volta ad attaccare in tre e a difendere in sette. Il raccordo tra centrocampo e attacco, che sarebbe il ruolo naturale di Simplicio, è inesistente e la squadra, anche questa sera, si è spezzata in due. Il Napoli è una squadra ben organizzata, solida in difesa, folgorante in attacco, grintosa, veloce e in splendida forma fisica. La Roma ha provato ad attaccare nel primo tempo, col Napoli bravo a chiudersi e, nel momento migliore dei giallorossi, pronto a buttarla sul piano del nervosismo. Poi però nel secondo tempo il centrocampo campano ha schiacciato letteralmente quello della Roma. C’è poco da fare quando, anche essendo tecnicamente superiori all’avversario, quest’ultimo corre all’impazzata e lotta per 90 minuti. Un motivo all’origine della sconfitta c’è. Il problema è individuarlo: organico troppo vecchio o preparazione atletica inadeguata? La Roma ha iniziato a correre troppo tardi in questo campionato, e anche in questo momento non eccelle per dinamismo. Il Napoli però è una squadra molto più giovane della Roma, e servirebbe una seria rifondazione, con una campagna acquisti intelligente e basata sui giovani che si stanno affermando nelle piccole in questo momento. Per quanto riguarda il gioco, visto che Ranieri non è ancora riuscito a inventarsi qualcosa di proponibile, resta solo da sperare che il rientro di quell’eccellente playmaker di Pizarro possa migliorare la situazione. Ora però c’è la Champions, da affrontare a viso aperto, perché i quarti di finale devono essere centrati. Per poter continuare a giocare la massima competizione europea, però, occorre anche una ripresa in campionato: c’è un terzo posto da raggiungere. Per dirla alla Diego Bianchi alias Zoro: “E’ difficile. E’ possibile”. Squadra e tecnico devono unire le forze e le idee (ammesso che ve ne siano) per evitare di gettare definitivamente alle ortiche (per non usare un’altra espressione, più colorita e forse più appropriata) una stagione in cui tutti, in primis i tifosi, avevano riposto grandi speranze.

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