Ag. Olsen: «Robin cacciato dalla Roma per manovre politiche, come Totti e...

Ag. Olsen: «Robin cacciato dalla Roma per manovre politiche, come Totti e De Rossi»

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GINOMANCINI

Hasan Çetinkaya – agente di Olsen – vuota il sacco e racconta il trattamento riservato al suo assistito, a suo dire, dalla Roma. Ai microfoni di un portale svedese l’agente svela: “Si era infortunato a febbraio, si era rotto la clavicola a tre mesi dal Mondiale – esordisce – Nella mia carriera non ho mai avuto a che fare con un giocatore così triste. Una volta mi telefonò piangendo: “La mia carriera è finita, mi mancheranno i Mondiali, non riuscirò mai a raggiungere la vetta”. Ma io credo sempre nell’impossibile e immediatamente gli ho detto: “Il nostro viaggio inizia ora. Parteciperai ai Mondiali e raggiungerai la vetta”. Si è fatto seguire da uno specialista a Manchester, che costava parecchio ma mi sono assicurato che il Copenghagen si assumesse la responsabilità di tutto. Si è allenato fino alla morte, poi quando si è ripreso ero di frequente a Roma, perché stavo lavorando alla cessione di Alisson. Era molto prima dell’inizio dei Mondiali, un giorno gli inviai una foto da Trigoria e gli scrissi: “Robin, questo è il tuo nuovo club”.
“Dopo la cessione di Alisson dissi a Robin che sarebbe diventato il nuovo portiere della Roma – continua – . Lui mi rispose dicendo di smetterla di scherzare, di non prenderlo in giro e che voleva solo concentrarsi sulla riabilitazione. Fu presentato a fine luglio, ma Olsen sapeva molto prima della Coppa del Mondo che avrebbe giocato alla Roma. Dopo la cessione di Alisson mi incontrai con Monchi a Trigoria e gli proposi Olsen. Monchi è una persona leale e sincera e, anche se tutti i portieri del mondo stavano facendo la fila per venire alla Roma, mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: “Sai cosa significa per me se va male un portiere preso a poco dal Copenaghen?”. Io gli risposi: “Lo so, ma niente andrà storto. Fidati di me”. Lui mi strinse la mano dicendomi: “E’ fatta, hermano”. Così abbiamo concluso l’affare”.
“All’inizio è stato uno dei migliori portieri del mondo – prosegue – , ha giocato bene contro Juventus e Real Madrid. Poi intorno alla Roma sono iniziate alcune manovre politiche, c’erano persone che voleva sbarazzarsi di altre ed è stato il caos. È finita con Monchi e Di Francesco che sono stati mandati via, l’hanno fatto anche con Totti e De Rossi. Così anche Olsen è stata una piccola parte di questa epurazione”.
Non solo Olsen: tra i retroscena rivelati da Çetinkaya c’è anche il suo ruolo attivo nella cessione di Alisson al Liverpool: «Mi incontrai a Madrid con Stefano Castagna, il suo agente. Eravamo molto legati, lui era turbato per la situazione di Alison. In precedenza era stato molto legato alla Lazio, aveva lavorato a stretto contatto con Tare, in quel momento era preoccupato che tutta la politica e gli intrighi a Roma gli avrebbero impedito di ultimare il trasferimento di Alisson. In un certo senso c’è una piccola cultura mafiosa riguardo l’attività degli agenti in Italia, ci sono dei clan che si proteggono a vicenda ed escludono gli altri. Stefano era molto preoccupato e amareggiato, ma gli dissi: “Dammi un mandato su Alisson e organizzeremo tutto insieme”. Gli spiegai che stavo lavorando a qualcosa con Monchi e feci in modo che i due potessero parlare direttamente tra loro. Organizzammo un incontro a Roma, iniziò tutto da lì. C’era il Real Madrid, ma il Liverpool era determinato a prenderlo a tutti i costi. Alla fine siamo tornati da Monchi con un’offerta di 75 milioni di euro. Fu il grande affare di sempre per un portiere, battuto da Kepa al Chelsea poche settimane dopo. Ma è stato comunque divertente essere stata la mente di un’operazione da record mondiale”.

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