Alla ricerca dell’equilibrio perduto nel nome di Salah

Alla ricerca dell’equilibrio perduto nel nome di Salah

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IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) – Premettiamolo subito, specie in questi tempi in cui tutto viene travisato, manipolato e aggredito dall’arroganza social e non solo: nessuno ce l’ha con Salah. Questo è solo un ragionamento tattico basato su numeri e sensazioni. Momo è un calciatore importantissimo per la Roma, lo dimostrano i suoi dieci gol (12 con le coppe) più gli otto assist (10 con le coppe).

IL FU 3 E 1/2 – Ma qui si fa un discorso sulla difesa, che Luciano Spalletti ha cambiato prima per via dell’infortunio di Salah e poi perché l’egiziano è dovuto partire per la coppa d’Africa. Quando si è fatto male la settimana del derby di andata (quello in campionato), in tanti si sono messi le mani nei capelli. Salah non gioca le partite con Lazio e Milan, la Roma le vince entrambe e non subisce gol, lo schieramento è quello con la difesa a tre, con Peres e Emerson esterni e Perotti al posto di Momo al fianco di Nainggolan. Un caso, forse. Andiamo avanti. Salah torna a Torino con la Juve, quando entra la Roma ha già preso il gol di Higuain: in quella partita Spalletti torna ai quattro dietro. Quella con il Chievo, la catena di destra (di nuovo con la difesa a tre) è composta da Vermaelen, Peres e Salah, la Roma batte il Chievo ma incassa un gol. Poi, l’egiziano parte per la coppa d’Africa. Nelle successive cinque partite (Genoa, Udinese, Cagliari, Sampdoria e Fiorentina), la Roma prende reti solo con i blucerchiati, le altre le domina e le vince spesso 1-0 (con la Fiorentina ne fa 4). Quando rientra costantemente tra i titolari, da Crotone in poi, la Roma – note battute d’arresto a parte – torna a prendere gol con una certa costanza: Torino (1), Inter (1), Napoli (2), Sassuolo (1), più in Coppa Italia (2) ed Europa League (6) tra villareal e Lione. Solo con il Crotone e Palermo, Szczesnyha tenuto la porta inviolata. Tornando a bomba, magari Salah non incide sul calo di rendimento di Fazio, di Ruediger o Manolas, ma la sua presenza dà tanto in fase di strappi offensivi ma toglie equilibrio, anche perché alle sue spalle Peres non riesce a proteggere la fascia quando lui attacca la profondità, mandando in difficoltà il primo centrale e quindi tutto il reparto

RIPENSAMENTI – Probabilmente da qui in avanti Spalletti tornerà a uno schieramento con quattro difensori, con un terzino tosto a destra, Ruediger e un mediano capace di controllare e ripartire come Strootman o De Rossi. In questo modo a farne le spese sarebbe Bruno Peres, che ha tirato la carretta per quasi un girone intero, coppe comprese. E ora non è al top e il pubblico dell’Olimpico lo fischia. La chiave è l’interpretazione del ruolo di terzino da parte di Ruediger. Una posizione che ha già ricoperto in nazionale. Spalletti lo ha impiegato spesso lì ed è convinto possa dare un grande contributo. «Ruediger può giocare in entrambi i ruoli, ha facilità nella progressione sui 50 metri, effettua passaggi precisi. Da terzino fluidifica, ma non con la qualità di Peres. Magari però difende con la sua qualità che è probabilmente maggiore rispetto a quella di Peres o Florenzi. Dipende dall’avversario, da quello che vuoi dalla partita e dall’equilibrio della squadra», disse Lucio qualche tempo fa. Equilibrio è sempre la parola magica. Un equilibrio che l’allenatore giallorosso intende ritrovare in fretta. Non si sa mai.

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