“Attenzione: Roma in vantaggio con Pruzzo!”. Inizia così il collegamento dallo stadio “Marassi” da parte di “Tutto il calcio minuto per minuto”, che informava del goal dei giallorossi. Correva l’anno 1983: di Internet e smartphone neppure l’ombra, eppure le notizie arrivavano dritte al cuore dei tifosi, forse addirittura con qualche emozione in più.
La Capitale si era svegliata con l’angoscia per la scomparsa di una minorenne, la quindicenne Mirella Gregori, svanita nel nulla il giorno prima dal suo quartiere Nomentano. Roberto Pruzzo seppe però sospendere l’ansia e restituire sorrisi sul volto dei romani (o meglio, dei romanisti), che al termine del match invasero la città di bandiere giallorosse e di cori per mister Liedholm.
Il “Bomber” (così passerà alla storia) incornò di testa un cross dalla sinistra di Di Bartolomei, raccogliendolo quasi al limite dell’area e disegnando una traiettoria sulla quale l’estremo difensore Carina non poté nulla, pur volando. Era il 19′: venti minuti dopo i padroni di casa pareggiarono con Fiorini, ma fu ugualmente festa. Quando D’Elia fischiò la fine la Roma divenne campione per la seconda volta nella sua storia, piazzandosi quattro punti al di sopra dell’eterna rivale Juventus, ferma a quota 39. Che dire, erano proprio altri tempi.
Questa la formazione che permise l’impresa: Tancredi, Nappi, Vierchowod, Righetti, Falcao, Nela, Chierico, Ancelotti, Pruzzo, Di Bartolomei, Conti.
In panchina: Superchi, Maldera, Valigi, Faccini, Iorio.
Allenatore: Nils Liedholm.
