Anche Gerson sull’ottovolante di Sant’Eusebio (VIDEO)

Anche Gerson sull’ottovolante di Sant’Eusebio (VIDEO)

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CGR FOCUS – Nella piovosa domenica fiorentina, la Roma raccoglie la quinta vittoria consecutiva in 14 giorni, conquista il record di successi esterni consecutivi in A e si avvicina sensibilmente alla vetta della classifica. Potrebbe bastare solo questo per tornare nella Capitale col sorriso sulle labbra e il cuore ricolmo di gioia, ma Eusebio Di Francesco c’ha messo qualcosa in più. Il doppio vantaggio dei giallorossi all’Artemio Franchi nella prima mezz’ora di gara è firmato Gerson Santos da Silva. Si, proprio quel Gerson lì. Quel Gerson acquistato dal Fluminense per 18 milioni di euro, quel Gerson che ricevette da Sabatini la maglia numero 10 di Totti scatenando l’ira della tifoseria, quel Gerson taciturno, intristito, forse mal consigliato, che lo scorso anno fu schierato da Spalletti a Torino nella partita Scudetto e finì poi nel dimenticatoio, quel Gerson che era stato definito dai più un bidone, sul quale nessuno, tranne due-tre persone nel Mondo, avrebbero scommesso un euro.

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Ecco, il miracolo di ‘Sant’Eusebio’, forse, risiede proprio in questo: non solo aver valorizzato un capitale della società, immobilizzato nelle piaghe dell’oblio calcistico, emarginato e destinato alla cessione (rifiutò il trasferimento a Lille lo scorso gennaio), ma soprattutto aver creduto in un ragazzo che a Roma non aveva estimatori. Per buona pace dell’ignobile partito degli “avevo-dettisti”, coloro che vivono la passione giallorossa, nel caso di specie, per rivendicare e sbandierare le proprie idee e affermazioni. Parlare dopo è facile (cit. Claudio Ranieri) ma in questa situazione a parlare prima non era stato proprio nessuno. Ieri Gerson si è preso la scena da attore protagonista, non solo per la splendida doppietta frutto di un lavoro specifico sul piano tecnico-tattico, ma soprattutto per l’atteggiamento in campo: tirare fuori la ‘garra‘ ad un brasiliano non è facile, tanto meno da un ragazzo che tutto ha fatto nella sua breve carriera calcistica tranne che lottare ed uscire vincitore da una mischia a metà campo. L’immagine del ‘Gerson rigenerato‘ o meglio ‘generato’ dalla sapiente mano di Eusebio Di Francesco si manifesta con forza dirompente nella metà del secondo tempo, quando il brasiliano a pochi metri dall’area di rigore giallorossa, contrasta un primo avversario, gli ruba il pallone, sembra esser sopraffatto da un secondo, non demorde, lotta, scalcia, recupera la sfera e in caduta, in scivolata, anticipa l’arrivo di un terzo avversario cedendo la sfera a Nainggolan. 

 

Il calcio regala storie meravigliose e anche per questo appassiona milioni di persone nel mondo, ma la storia di Gerson potrebbe essere superiore a molte altre. Una favola iniziata mesi fa, quando Di Francesco nei fatti dimostrò di credere in questo ragazzo, così come in altri: “perchè una chance a chi ha delle doti va sempre concessa” e il campo, unico vero arbitro, ha dato il suo responso. Ah ci sarebbero anche quel tacco di prima a liberare la corsa di Florenzi a metà campo, ma quella è ordinaria amministrazione per chi ha il sangue carioca…

 

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