Aspettando Gini Wijnaldum

Aspettando Gini Wijnaldum

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La speranza è che non si trasformi in Godot. Perché di Wijnaldum questa Roma ha terribilmente bisogno. Il ko in allenamento a fine agosto, la paura, i calcoli per provare a recuperare per il mondiale e la rinuncia quasi immediata, la decisione di non operarsi, la lunga riabilitazione, la spola tra Trigoria e Amsterdam, intervallata da una settimana a Dubai e un’altra a Albufeira con la squadra. A 32 anni sa soltanto che non può sbagliare.

Come riporta il Messaggero, Gini si è quindi recato in patria per un consulto specialistico. Nel quale però gli è stato consigliato di continuare con il programma definito ormai mesi fa. Il centrocampista ne ha preso atto. Nessun allarme, quindi. Soltanto il rispetto rigido di un protocollo clinico che deve prendere in considerazione la decisione del calciatore di propendere per la terapia conservativa a discapito dell’intervento chirurgico. Una scelta che portava con sé, già in estate, qualche incognita in più rispetto alla classica operazione. Ma Wijnaldum è così: ascolta tutti, dà l’impressione di essere indeciso ma poi alla fine fa di testa sua. Così è stato anche a Roma.

Il rientro ‘vero’ in gruppo, fatto di partitelle e contrasti (per ora effettua il riscaldamento con i compagni per poi dirottarsi al lavoro differenziato che prevede anche il pallone), arriverà entro fine mese. La Roma ha previsto per Gini anche un passaggio in Primavera. Perché ora l’olandese è atteso dall’ultimo step che riguarderà prima o poi il contrasto di gioco. E lì non c’è medico che possa sbilanciarsi in una previsione. Dipende esclusivamente dal calciatore e dalla sua testa.

L’impressione, quindi, è che la settimana che terminerà con la trasferta a Lecce (11 febbraio) – prima dell’andata nei playoff di Europa League contro il Salisburgo – possa rappresentare il ritorno di Gini nella lista dei convocati. Wijnaldum può ricoprire tutti i ruoli del centrocampo: trequarti o centrale. Jurgen Klopp, uno che lo conosce bene per averlo allenato al Liverpool, lo ha definito «il centrocampista perfetto. Ha tutto quello che ti serve». Mourinho è il primo a saperlo. E non vede l’ora di riaverlo a disposizione. Consapevole però, che soprattutto adesso, non è il caso di accelerare i tempi.

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