CORRIERE DELLO SPORT – R. MAIDA – Sono le 20.45 di domenica sera. (…) I volti sono stanchi, tirati, ma c’è un’immagine che colpisce più delle altre: Franco Baldini. E’ isolato da una parte, con lo zaino che lo accompagna sempre nelle trasferte su una spalla, e guarda fisso da un finestrino. Immobile, impassibile. Non parla, non ascolta. E’ solo con se stesso. Mentre osserva il vuoto e la sua immagine che riflette, pensa. Forse pensa ai suoi errori, a quelli di Zeman che ha “dovuto” ingaggiare, a quelli di Destro. «Il responsabile sono soltanto io» aveva detto negli spogliatoi del Cibali un paio di ore prima, per fare scudo all’allenatore e alla squadra.
Ovviamente non ci crede neppure lui, perché quando le cose vanno male hanno tutti il loro ruolo, sfortuna compresa. Una verità però dal suo ego bastonato traspare: a fine stagione è pronto a fare i conti. «Se Pallotta mi dirà che non è contento del mio lavoro, mi farò da parte» ha ripetuto in più occasioni. Ma se invece fosse Baldini, in caso di fallimento, a lasciare la Roma?
