Basket, Datome e la Nba vista dalla panchina: ”Ma vincerò questa sfida”

Basket, Datome e la Nba vista dalla panchina: ”Ma vincerò questa sfida”

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Luigi Datome(Repubblica.it) Nicola Apicella

ROMA – Tanta panchina, pochi minuti in campo, eppure Gigi Datome non si è mai pentito della scelta fatta la scorsa estate quando – nello zaino il titolo di miglior giocatore del campionato italiano – è volato in America per coronare il sogno Nba. La realtà a stelle e strisce si è rivelata più dura del previsto. A Detroit, in una squadra in lotta per entrare nei play off, l’ala azzurra sta faticando a trovare spazio (2,5 punti a partita in 7 minuti di impiego). Eppure Datome, uno che nel tempo libero preferisce leggere libri piuttosto che giocare alla play (”in questi giorni ho sul comodino ‘Post Office’ di Bukowski”) non ha mai avuto la sensazione di aver sbagliato percorso. ”Non sono uno che si butta giù nelle difficoltà, anzi combatto col doppio delle energie. Sapevo che sarebbe stata una sfida grandissima, ma mi ero ripromesso di affrontarla con gioia, sorriso sulle labbra e voglia di lavorare, visto che sono nella Nba e sono felicissimo di avere avuto questa chance. Devo vivere questa opportunità come una ulteriore sfida e un ulteriore modo per migliorare. Qua ci sono i migliori giocatori del mondo ed è con loro che mi sto confrontando”.
Cosa non ha funzionato finora?
”Ovviamente speravo di giocare dei minuti da subito nel mio primo anno, ma è una cosa che sia io sia i Pistons avevamo messo in preventivo. Per questo avevamo concordato per un contratto biennale. Non so cosa non ha funzionato, le scelte su di me non le ho fatte io, ma non voglio lamentarmi o cercare scuse. Cerco solo di lavorare nel miglior modo possibile per essere più pronto per questo finale di stagione o per l’anno prossimo”.
Non è cambiato granché neanche con il cambio di allenatore (esonerato Cheeks i Pistons hanno promosso Loyer)
”Lo immaginavo, anche perché Loyer è alla prima esperienza da head coach e far giocare me che venivo da tanti DNP (il ‘non entrato’ italiano, ndr) sarebbe stata una scommessa assoluta, soprattutto in una squadra che è in corsa per i play off”.
Senti di aver dato tutto?
”Anche più di quel che potevo dare. Il campo mi manca, è la mia linfa vitale. Di certo l’anno prossimo tante piccole cose le avrò già assorbite e anche un pizzico d’esperienza in più mi aiuterà a far bene”.
Com’è il mondo Nba visto dal di dentro?
”E’ bello e gratificante far parte di questo mondo, che in parte già conoscevo per i racconti che i miei amici italiani mi avevano fatto. Diciamo che su tante cose ero preparato”.
La cosa più sorprendente?
”La perfezione delle trasferte. Arriviamo e parcheggiamo il bus sotto l’aereo che prenderemo dopo 20 minuti. Sono azzerati tutti i tempi morti a cui ero abituato in passato. E’ pazzesco…”.
C’è un episodio che ti ha lasciato a bocca aperta?
”Sicuramente mi ha fatto sorridere che l’alimentazione è un po’ come dire lasciata in disparte. In ogni palasport negli spogliatoi c’è un contenitore con una valanga di pop corn ed ogni giocatore può mangiarne a volontà. Credo sia una cosa che farebbe impallidire tanti nostri medici….”.
Sei arrivato a Detroit poche settimane dopo la dichiarazione di bancarotta. Che città hai trovato?
”Ho visto qualche quartiere, ci sono delle zone quasi disabitate perché intere famiglie, arrivate in cerca di fortuna, sono dovute andar via a causa della mancanza di lavoro. Ma quando parlo con le persone in strada sento un grande orgoglio, l’orgoglio di appartenere a Detroit e al Michigan. Capita di avere up and down, tante città li hanno avuti. Qua tanta gente aspetta la rinascita, non vede l’ora di rialzare la testa”.
Il giocatore più forte visto dal vivo?
”Kevin Durant. Con noi ha fatto 36 punti in scioltezza, è fortissimo. Sul mio podio metto anche Paul Gorge, anche lui elegante e decisivo, e ovviamente Lebron James. Bryant non lo dimentico, quest’anno però è stato molto sfortunato. Tornerà Kobe appena starà a posto fisicamente”.
Chi vince il titolo?
”Dico Miami, perché ha ritrovato Wade a livelli altissimi”.
Visto cosa ha ‘combinato’ Belinelli all’All Star Game?
”La sua vittoria  è un risultato storico. Tanti italiani sono stati felici di essere stati rappresentati in questo modo nella Nba. Devo fargli i complimenti anche per la stagione e per come si è inserito in una squadra così forte e piena di campioni come San Antonio. Marco ha trovato il contesto perfetto ed è bello vederlo cosi coinvolto”.
Facciamo un salto in Italia. La vittoria di Sassari in coppa Italia
”Una cosa bellissima, perché una squadra sarda è nell’elite del basket italiano. E’ soprattutto un segnale chiaro verso il movimento perché c’è un’altra candidata ai trofei dopo Siena e con Milano in ripresa. Penso che tutto il basket possa beneficiarne”.
In campionato sarà finalmente la volta di Milano?
”Sta crescendo, sta facendo bene anche in Eurolega ma nulla è scontato. Ai playoff è tutto in gioco e a volte la pressione può giocare brutti scherzi. E’ innegabile però che con quel roster parta avanti. Roma? Sta facendo di nuovo una stagione al di là delle aspettative di inizio anno. Sono felice che nonostante ci siano state partenze pesanti la Virtus abbia trovato ancora continuità di rendimento. Segno che le cose sono fatte nel verso giusto”.
Nazionale: in estate niente Mondiale ma qualificazioni per gli Europei.
”E’ ovvio che come tutti avrei preferito fare i mondiali, perché quel palcoscenico ce lo meritavamo. Ora l’obiettivo è qualificarci al prossimo europeo. Se ci sarò? Certo. Non capisco perché adesso che sono in Nba qualcuno debba mettere in dubbio la mia presenza in azzurro”.

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