Bel gioco, giovani e basket: il Verona gioiello di Juric

Bel gioco, giovani e basket: il Verona gioiello di Juric

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AVVERSARIO CGRTerminato il girone di andata, domenica alle 20.45 inizia il girone di ritorno per Roma e Verona. Le due squadre si presentano in maniera molto differente, ma andiamo ad analizzare nello specifico la squadra veronese.

-STATISTICHE I gialloblù si trovano a 30 punti in classifica, a meno quattro dalla zona Europa e addirittura a più sedici sul terzultimo posto, sorprendendo tutti. Anche se parlare di sorpresa con una squadra che, lo scorso anno, si è classificata nona da neopromossa è un po’ una mancanza di rispetto. Il Verona di Juric in questa stagione si sta migliorando: 4 punti in più rispetto allo scorso anno, secondo miglior girone d’andata nell’era dei 3 punti della sua storia (dietro solo al Verona di Mandorlini del 2012/13 che ne fece 32 e arrivò decimo), e un salto di qualità anche contro le grandi. 14 dei 30 punti totali sono stati conquistati contro le squadre che in classifica sono sopra al Verona: vittoria contro Atalanta, Lazio, Napoli e Roma (3-0 a tavolino), pareggio contro Juventus e Milan e sconfitta solo contro l’Inter.

-GIOVANI LANCIATI Il Verona deve questa suo incredibile cammino alla sua Primavera per i tanti giovani di qualità messi a disposizione di Juric e alle intuizioni del ds D’Amico. Ad esempio i vari Kumbulla, Ambrabat e Rrahmani che, partiti come sconosciuti la scorsa stagione, adesso giocano tutti in club importanti del nostro campionato. Anche quest’anno Juric e il Verona non si sono tirati indietro, lanciando e valorizzando tanti giovani come Zaccagni – oggetto del desiderio di diverse big compresa la Roma – 5 gol e 7 assist, Barak a segno 4 volte in stagione, Dimarco, 3 gol e 3 assist, Ilic e Tameze, cercando anche di far tornare sui loro livelli giocatori come Kalinic o Sturaro, nuovo acquisto del mercato di gennaio.

TRA CALCIO E BASKET Juric ha una visione di calcio che si ispira alla pallacanestro. Il serbo si ispira a Phil Jackson, leggendario allenatore Nba, e al suo attacco a triangolo, non dando punti di riferimento e facendo sì che tutti i giocatori sappiano perfettamente cosa fare. Questo stile di gioco crea un costante 1vs1 che, secondo Phil, se eseguito bene aumenta di molto le possibilità di vincere. Altri grandi del basket a cui l’allenatore dei gialloblu si ispira sono Ettore Messina e Bozidar Maljkovic, nei quali si rispecchia per il modo di relazionarsi con i propri giocatori e nel modo in cui lavorano. In più è riuscito a combinare a questa sua modalità d’approccio, quanto appreso al fianco di Gasperini. All’allenatore serbo va comunque il 90% del merito della crescita esponenziale del Verona, considerando che in poco tempo ha trasformato una neopromossa senza identità in una squadra che ricorda la prima Atalanta di Gasperini, al quale si ispira essendo stato suo allievo, per stile di gioco e tipo di calciatori utilizzati.

NUMERI A CONFRONTO – L’Hellas per molti è una figlia legittima dell’Atalanta del Gasp, ma con degli accorgimenti tattici leggermente diversi. Rispetto alla Dea, la squadra scaligera parte da una fase difensiva quasi maniacale: marcature in ogni zona di campo, individuazione dei punti forti dell’avversario e tentativo costante di neutralizzarli. Juric predica un pressing alto sin dalla rimessa avversaria, con il coinvolgimento di almeno 6 elementi nella metà campo avversaria e se l’avversario rinvia, prepara la preventiva sulle seconde palle: intensità e cattiveria agonistica nel recupero palla, immediata verticalizzazione sui trequartisti, sono le direttrici principali del suo credo calcistico. Non a caso il Verona è la miglior difesa del torneo con soli 18 gol subiti (al pari della Juventus). Al contrario è una squadra che segna il giusto: 25 reti, 11° attacco della Serie A e non a caso è intervenuta sul mercato con l’acquisto di Lasagna. I gialloblu sono 16° nella classifica dei tiri effettuati, ma 2° in quella della sfortuna: sono 12 i legni colpiti. Enorme l’intensità agonistica (6° in A per km percorsi) e bassissimo il possesso palla (17°), segno evidente della ricerca spasmodica della verticalità.

 

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