Luciano Spalletti si schiera con Totti. Per molti non è una notizia, per tanti un dietrofront necessario dinanzi all’evidenza dei fatti, per alcuni la ripetizione di ciò che il tecnico toscano sostiene dai primi momenti in cui a “rivarcato” la soglia di Trigoria.
Che non ci sia amore tra i due è un dato evidente, ma che Spalletti volesse affossare Totti tecnicamente e mediaticamente, che volesse scientemente e scienfiticamente distruggere un simbolo, è una malevole insinuazione, sconfessata anche qui dai fatti. Qualche dichiarazione forte e discutibile avrebbe potuto evitarla, anche solo per furbizia, conoscendo meglio di tanti altri tecnici questo ambiente.
Spalletti però lo inserisce e lo utilizza nei momenti di difficoltà e il Capitano, da Campione inarrivabile, risolve le partite donando alla Roma un’altra partecipazione alla Champions League, seppur dalla porta di servizio.
La grandezza di Totti non risiede solo nel gesto tecnico – l’ennesimo straordinario della sua carriera – o nella freddezza incredibile con cui ha siglato quel rigore pesantissimo, ma nella capacità divina di spazzare via in 2 minuti e mezzo le insane divisioni, la negatività che aleggiava ieri all’Olimpico, l’astio e l’acredine verso tutto e tutti e nel potere altrettanto divino di unire un popolo dilaniato da spaccature illogiche.
Il vero male originale di questa storia è che i TIFOSI della Roma – TUTTI – avrebbero meritato e meriterebbero di vivere questo doloroso distacco dal più forte di sempre, sapendo con chiarezza e certezza la data del commiato e del ringraziamento.
Ieri sera anche Spalletti si è “schierato” in maniera inequivocabile con il Capitano giallorosso, lanciando un messaggio chiaro e diretto a Boston: “Io voglio che Francesco sia felice e voglio dargli una mano a fare ciò che vuole fare. Se Pallotta mi chiederà consiglio sull’opportunità di un rinnovo per un’altra stagione, io sosterrò Francesco e le sue volontà”.
Alla luce di quanto accaduto ieri e dell’importanza che Totti ha nell’ambiente Roma, per la forza propulsiva della sua presenza, forse negli Usa il Presidente Pallotta, potrebbe o dovrebbe ricredersi, evitando che si disperda in America o negli Emirati Arabi questa forza divina di “unire”. Sarebbe uno spreco imperdonabile.
