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FOCUS CGR – In attesa di conoscere, il prossimo 28 maggio, quale decisione sarà assunta in merito alla data certa della ripresa della Seria, la FIGC ieri ha tracciato ufficialmente una linea chiara: “Portare a termine i campionati, con la formula classica o con i play off/play out in caso di nuovo stop”. Di base preverrà il merito sportivo. Insomma Gravina, Dal Pino, una buona fetta dei presidenti A, ma anche Balata, presidente della Lega di B, non vogliono arrendersi e provare a così a concludere la stagione 2019-2020, interrotta ad inizio marzo a causa del coronavirus. Intanto Damiano Tommasi, presidente AIC, ieri sera è insorto con un durissimo comunicato: “a rischiare realmente sono i calciatori, ma gli stipendi non vengono pagati e non ci sono certezze di alcun genere”. Insomma tutto, alla fine ruota intorno, al ‘Dio denaro‘ e a nessuno interessa se effettivamente la ripresa del campionato sarà condizionata da elementi sportivi, che inevitabilmente ne falseranno spettacolo e resa sostanziale. All’assenza dei tifosi dagli stadi, all’azzeramento del fattore campo, al lungo stop con annesso concreto rischio di un aumento esponenziale di infortuni, ieri è stato aggiunto un altro fattore – di natura sportiva – che potrebbe incidere sul rendimento delle squadre. Il tema è l’apertura del calciomercato estivo, sessione che molti club attendono con ansia, per tamponare le perdite da coronavirus.

Dal lungo comunicato emesso dalla FIGC si apprende che, in merito ai termini tesseramento in ambito professionistico per la stagione 2020/2021 – Nelle more della definizione dei nuovi termini di tesseramento per la stagione sportiva 2020/2021, che saranno stabiliti prossimamente, ha deliberato i termini di deposito dei contratti preliminari: dal 1 giugno al 31 agosto”.

Dunque dal 1 giugno al 31 agosto si potranno depositare i contratti preliminari. Questo significa che tra pochi giorni, le società saranno libere di sottoscrivere ufficialmente accordi fra di loro e depositare i contratti che saranno però effettivamente validi dal 1 settembre, quando partirà ufficialmente la nuova stagione e si aprirà la canonica sessione di mercato. Oggi il presidente del Torino, Urbano Cairo, ha supposto che la stagione 2020-21 ripartirà non prima di metà ottobre, per concedere ai giocatori almeno 2-3 settimane di vacanza e un mese di preparazione. Ciò significa che quello ‘estivo’ (ma quasi autunnale nella sostanza) sarà un mercato anomalo, oggettivamente più lungo (4-5 mesi), ma denotato da un riflesso sportivo che potrebbe incidere pesantemente sulla parte finale di questa stagione. Immaginate quei club che già alla ripresa delle ostilità non avranno praticamente più nulla da chiedere e che cominceranno a scambiarsi calciatori (solo sulla carta). Gli stessi giocheranno liberi di testa? Le società che li acquistano in vista della nuova stagione, consentiranno che vadano in campo con il rischio di farsi male e gettare così al vento il proprio investimento? O quelle società che per recuperare parzialmente dalle perdite già contratte in questa annualità, effettueranno delle ‘cessioni virtuali’ con annesse plusvalenze, rischiando però di incidere sul rendimento dei propri tesserati? Tante le domande, tanti i dubbi ancora irrisolti, come la gestione dei calciatori in prestito o di quelli che hanno i contratti in scadenza al 30 giugno, rispetto ai quali saranno necessari accordi individuali tra club e tesserati. Ma se il calcio ormai va considerato alla stregua di un’industria, di un mero business, come spesso sbandierato da tanti protagonisti di questo ‘meraviglioso carrozzone’, difficile pensare che qualcuno si porrà tali preoccupazioni…

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