Capello: “Roma, grandi colpi per puntare allo Scudetto: giallorossi secondi solo all’Inter”

Capello: “Roma, grandi colpi per puntare allo Scudetto: giallorossi secondi solo all’Inter”

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Fabio Capello, ex allenatore della Roma ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano, nella quale si sofferma sul mercato del club giallorosso e sulla figura di Mourinho. Ecco le sue dichiarazioni.

Che succede adesso?
“Succede che la Roma non si può più nascondere. Al momento, solo l’Inter è un passo davanti alle altre – ammesso che non vendano Skriniar e Dumfries – ma per il resto i giallorossi sono all’altezza della Juve, che ha già i suoi problemi, e del Milan”.

Le piace questa squadra costruita spendendo per i cartellini solo i 7 milioni di Celik?
“Sì, mi piace parecchio, perché non sono stati presi dei parametri zero tanto per averli, ma perché rispondono a una logica, a un progetto tattico. Insomma, gli strumentisti ci sono, il direttore d’orchestra c’è, bisogna vedere solo che musica suoneranno”.

A proposito di direttore d’orchestra, l’impronta di José Mourinho si vede nitida?
“José è un vincente, e lo ha dimostrato anche alla Roma. Adesso ha una squadra all’altezza delle sue aspettative, ma lui è perfetto nella gestione del gruppo e quindi non avrà problemi”.

Lei non cambierebbe giudizio neppure se vendessero Zaniolo?
“Zaniolo è un grande talento, a cui bisogna solo augurare la salute per le qualità che ha. Ma sono convinto che la proprietà lo sostituirebbe in modo opportuno”.

A proposito di proprietà, sabato scorso era la ricorrenza del secondo anno dei Friedkin alla guida della Roma. Non è positivamente stupefacente il loro silenzio così pervicace?
“Sono persone serie, capaci, ambiziose e lo stanno dimostrando. Tanti presidenti non resistono al fascino di avere i loro nomi sui giornali e sulle tv. Invece loro hanno scelto il basso profilo, senza però far venire in meno il loro impegno”.

Lo sa che ora i tifosi sognano come 22 anni fa, vero?
“Fanno bene. Hanno una squadra forte e la passione si è risvegliata. Basta vedere l’Olimpico pieno nel finale della scorsa stagione e gli abbonamenti che hanno già fatto. E poi ha visto che spettacolo la presentazione di Dybala? Fantastica. Il rischio a Roma, infatti, è sempre il solito: la troppa euforia”.

Giochiamo allora ai Fantastici Quattro. È possibile accostare Dybala a Totti?
“Guardi, il calcio si evolve in continuazione, ma se è un gioco le dico che l’argentino ha il tocco di palla, la capacità di trovare il compagno e la facilità di fare gol che aveva Francesco”.

Detto che l’Aeroplanino Montella resta sempre nei cuori, Abraham dobbiamo accostarlo ovviamente a Batistuta.
“Andiamoci piano. Gabriel era un professore dell’area di rigore. Il senso della porta che possedeva lui l’hanno avuta pochi calciatori al mondo. Abraham è senz’altro più mobile, però siamo su un altro livello per il momento”.

Più difficile avvicinare Zaniolo a Delvecchio, vero?
“Vero. Marco faceva più fase difensiva, copriva tutta la fascia quando occorreva. Zaniolo come caratteristiche è più un attaccante”.

Pellegrini in mediana potrebbe avere qualcosa di Emerson?
“Il brasiliano era più difensivo, mentre Lorenzo ha qualità più offensive, può andare in gol più facilmente. Ma l’accostamento con Emerson è un onore per tutti. Era un leader vero. Si ricordi che è stato capitano anche di una squadretta che si chiamava Brasile, non so se mi spiego”.

Si spiega benissimo. E non abbiamo ancora parlato di Wijnaldum.
“L’ho seguito nel Liverpool ed è un ottimo giocatore. Uno di quei centrocampisti bravi a verticalizzare subito che piacciono a Mourinho. Per certi versi assomiglia un po’ a Locatelli della Juve, e guardi che io ho grande stima per questo giocatore. Insomma, la Roma ora è una grande squadra. Pensi che c’è Spinazzola sulla fascia. Uno come lui sa fare la differenza come pochi. Si ricordi l’Europeo”.

Morale: vuoi vedere che scricchiola proprio la difesa, che è uno dei punti di forza delle squadra di Mourinho?
“Secondo me è abbastanza solida, ma è meglio augurare tanta salute a Smalling. Con lui in campo è un’altra cosa”.

Vogliamo ripetere il solito ritornello che i nuovi devono adattarsi perché c’è bisogno di tempo per capire il calcio italiano?
“Macché. Hanno preso giocatori forti ed esperti. Gente come loro può e deve fare subito la differenza”.

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