Cassano, operazione riuscita. Tornerà tra 6 mesi

Cassano, operazione riuscita. Tornerà tra 6 mesi

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IL ROMANISTA (F. Bovaio) – Antonio Cassano è stato operato e sta bene. L’intervento per eliminare la piccola malformazione cardiaca che ha causato l’ictus e il ricovere del barese è stato svolto in anestesia locale ed è durato dalle 8 alle 8.30 di ieri mattina senza alcuna complicazione.

Insieme al professor Mario Carminati, che l’ha materialmente eseguito, in sala operatoria erano presenti il medico del Milan Rodolfo Tavana; Gian Battista Danzi, responsabile del reparto di cardiologia sempre del Policlinico e il primario di Neurologia del Policlinico di Milano Nereo Bresolin, che ha elogiato la serenità del paziente: «Durante l’intervento era tranquillo e ha affrontato con coraggio tutto quello che gli è capitato, sopportando bene questa piccola manovra di tipo interventistico alla quale è stato sottoposto. Ora può guardare al futuro con serenità. Adesso il prossimo passo saranno i controlli necessari per vedere se tutto procede per il meglio e poi, forse già nel fine settimana, potrà tornare a casa. Ma prima dovrà essere sottoposto a un ecocardiogramma per verificare il corretto posizionamento del cosiddetto ombrellino».

Da ieri, dunque, è iniziato il lungo decorso post operatorio del giocatore, che dovrà restare a riposo assoluto per quattro o cinque settimane per poi riprendere gradualmente gli allenamenti, ma sempre evitando le partitelle e tutti gli altri esercizi che comportino un contatto fisico con gli altri. «Tutto è andato per il meglio – dice il professor Carminati – anche se voglio sottolineare che in questi casi è più corretto parlare di procedura che di intervento, perché quest’ultima parola fa pensare alla chirurgia, mentre quella che abbiamo effettuato su Cassano è una procedura di emodinamica interventistica di chiusura del forame ovale». In pratica, attraverso la vena femorale, all’interno del cuore di Cassano è stato introdotto un catetere per posizionare il cosiddetto “ombrellino” in modo tale da chiudere il foro esistente tra i due atri. «Un difetto cardiaco presente in un’alta percentuale della popolazione – aggiunge il professor Carminati – ma da ciò non ne consegue che il foro vada poi chiuso in tutte le persone. Solo i giovani senza alcun apparente fattore di rischio ma colpiti da un’ischemia cerebrale di natura non precisata devono sottoporsi a tale procedura».

Nel caso di Cassano “si pensa che l’ischemia sia stata causata da embolia paradossa, cioè da un coagulo di sangue passato dall’atrio destro a quello sinistro attraverso il forame, poi entrato in circolazione e finito un’arteria cerebrale – chiosa il professore – l’ombrellino viene messo per impedire un altro passaggio anomalo di sangue dall’atrio destro al sinistro. In questi casi il paziente potrà riprendere tranquillamente la propria vita normale assumendo una terapia anti-aggregante piastrinica per sei mesi. In pratica dovrà solo prendere un’aspirina”

 

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