C’è la svolta per il calcio

C’è la svolta per il calcio

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IL TEMPO (A. AUSTINI) – Un altro passo verso la ripartenza. Ma la salita non è ancora finita. Il Comitato Tecnico Scientifico del governo ha dato l’ok alla ripresa degli allenamenti di gruppo per le squadre di Serie, approvando il protocollo rivisto da Figc e Lega di A. E il nodo più importante è stato sciolto: se un giocatore dovesse risultare positivo al coronavirus, andrà solo lui in isolamento mentre il resto della squadra si chiuderà in ritiro e potrà continuare ad allenarsi e giocare. Al momento invece i calciatori potranno dormire a casa. Aumentano inoltre i controlli: i tamponi saranno effettuati tre giorni prima dell’inizio degli allenamenti collettivi, il giorno dell’avvio e una volta ogni quattro giorni, mentre i test sierologici sono previsti il giorno del via e dopo due settimane. Intanto si prepara il protocollo per le partite. «Un passo determinante raggiunto grazie al lavoro di squadra» esulta Gravina.

DATA E FORMULA – L’altra novità più importante di giornata è l’incontro convocato dal ministro Spadafora con lo stesso Gravina e Dal Pino: governo e componenti del calcio si riuniranno il 28 maggio per stabilire finalmente una data della ripresa del campionato e la formula. Ora dal 13 giugno si potrebbe slittare al 20, ma a quel punto rischia di saltare la coppa Italia, resta ancora in piedi l’ipotesi playoff: se ne parlerà oggi in consiglio federale. «Se il campionato inizia va anche concluso – spiega Spadafora – tutte le soluzioni per farlo sono utili. La scelta della Francia di chiudere tutto sarebbe stata la più facile da compiere. Io non l’ho voluta fare».

SCONTRO TRA CLUB – Esultano quindi quei club che stanno spingendo sin dall’inizio per giocare: la Lazio di Lotito è la più attiva, seguita a ruota dalla Roma. Nessuna alleanza ma interessi che stavolta coincidono, così come quelli di altri due club rivali come Juventus e Inter che, sotto traccia, guidano invece il partito degli scettici. E Marotta, licenziato dalla Juventus di Agnelli, ora si trova sullo stesso fronte del suo ex presidente, che ieri ha festeggiato i 10 anni al timone della Signora. Sono diversi i manager del calcio italiano che raccontano di come le due società, acerrime nemiche sul campo, abbiano fatto pressioni per fermare tutto. La facciata è un’altra, perché ci sono in ballo i soldi delle televisioni, ma a quanto pare ormai si finirà in tribunale per l’ultima rata dei diritti tv.

AGNELLI E CONTE – E allora, tanto vale non tornare a giocare, visto che in caso di mancata ripresa del campionato la Juventus non dovrebbe versare in questo esercizio quattro mensilità di stipendi i calciatori, quantificate in circa 90 milioni di euro lordi. Se invece la Serie A si rimettesse in moto, gli accordi dovrebbero essere ridiscussi. Alla base della strategia interista ci sarebbe invece lo scarso entusiasmo dell’allenatore nel riprendere una stagione che ormai difficilmente può portare allo scudetto. E Marotta, molto sensibile agli umori di Conte, nei giorni scorsi si è speso in prima linea per bloccare i ritiri delle squadre. Decisione che ha fatto felici molti calciatori, impauriti dalla ripresa.«Servono quattro settimane di allenamenti per tornare a giocare» dice il presidente dell’Aic Tommasi. Ecco perché si pensa al 20 giugno.

IL NODO DELLE COPPE – Intanto l’Uefa ipotizza per agosto la disputa dei quarti di Champions in gara secca e una final four a Istanbul, un piano di cui si discuterà nel Comitato Esecutivo del 17 giugno: sempre per quella data le federazioni dovranno comunicare le decisioni sui rispettivi campionati, non più quindi entro il 25 maggio. Nuovi problemi emergono dall’Inghilterra: ci sono 6 nuovi positivi tra giocatori e membri di staff e il governo inglese al momento impone fino a settembre la quarantena di 14 giorni per chi arriva dall’estero.

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