LA REPUBBLICA – “What’s american boy”, lo sconclusionato slang inglese con cui Alberto Sordi, in una delle sue più celebri pellicole, ha per sempre immortalato l’amore per quel lontano mondo dorato a stelle e strisce. E un americano a Roma sta davvero per arrivare, perché lo scenario dello storico passaggio di consegne avrà come sfondo il Colosseo. Thomas DiBenedetto sarà in Italia lunedì prossimo, per definire la cessione della Roma al consorzio americano da lui capeggiato. La firma è attesa in settimana, difficile ipotizzare in quale giorno preciso (martedì?), ma sembra ormai certo che l’imprenditore statunitense si possa presentare in tribuna per assistere alla gara con la Juventus da presidente in fieri. Mentre il titolo è ieri volato in Borsa (+6,05), dentro Trigoria si prepara una vera e propria rivoluzione. C’è chi giura che qualcuno stia già lavorando al mercato (Baldini, Sabatini o entrambi?), e che sia stato già bloccato Buffon, pronto a indossare la maglia giallorossa con una decina d’anni di ritardo. Da capire la posizione di Montali, in scadenza contrattuale e, chi sarà l’allenatore della prossima stagione. Difficile venga confermato Montella, anche se conterà molto il parere dei giocatori.
Ora sembra si voglia trovare un tecnico più esperto. Ma è davvero presto per slanciarsi in precipitosi pronostici, meglio pensare a quanto ancora la Roma può giocarsi in questa stagione: l’andata della finale di coppa Italia, contro l’Inter, (19 aprile all’Olimpico- 11 maggio a San Siro). La squadra ha ripreso a lavorare ieri pomeriggio. Sta bene De Rossi, mentre per due maglie ci sono Totti, Borriello, Vucinic e Menez (ora con la nazionale). E a proposito del francesino parla il suo manager, Migliaccio a Centrosuonosport: “Jeremy è contento di essere a Roma, il problema è con mister Montella che lo schiera poco. Comunque non abbiamo intenzione di andare via”. Si vedrà.
