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CGR EDITORIAL Crack Roma: come la puntata della vita al Casinò, quando esce lo 0

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KEITA ETO'O 3

Crack Roma: dopo sedici risultati utili consecutivi, la Roma crolla all’Olimpico e perde la faccia, cadendo per 2-0 sotto i colpi della Sampdoria di Sinisa Mihajlovic.

E’ la terza sconfitta in campionato, la settima stagionale, ma è la più rovinosa, perchè è quella che sa più di resa, non solo per l’evoluzione della sfida in campo ma soprattutto per le dichiarazioni del post gara.

La sconfitta di ieri è il reale specchio della crisi della Roma, che scorre impetuosa da diversi mesi, travolgendo quanto di buono era stato costruito nel primo anno di gestione Garcia.

Come un vecchio giocatore al Casinò, che vince, si illude, punta, raddoppia e poi nel giro di poche ore comincia inesorabilmente a perdere, restando al verde, perchè nell’ultima puntata, quella della vita o della morte, scommette su tutte le combinazioni possibili, ma dimentica lo 0, che puntualmente esce.

La Roma ha dilapidato un patrimonio di certezze, di forza tecnica e mentale, di autorevolezza e soprattutto di credibilità, che aveva faticosamente ricostruito dopo il dramma sportivo del 26 maggio, e la sensazione diffusa – al di là della gara di giovedì d’Europa League contro la Fiorentina – è che la disfatta di ieri sia come quello 0 al Casinò.

totti in pancaSe dopo 60 minuti di buon calcio, costruisci 4-5 palle gol nitide e per tuoi errori sotto misura, dovuti a scarsa concentrazione, a scarsa efficaci ed endemica incapacità di trovare la via della rete, al 70′, al primo tiro scagliato verso la propria porta, subisci gol da un ex laziale – Lorenzo De Silvestri – leader di una squadra allenata da un’altra icona biancoceleste come Mihajlovic, nella serata in cui la Lazio coglie la sesta vittoria consecutiva, proiettandosi a meno 1 dal secondo posto, evidentemente i presagi laziali dicono che questo campionato, per la Roma, può finire solo in un modo.

Una squadra, quella di Garcia, pensata e assemblata male da Walter Sabatini, che dopo aver azzeccato tutte le scelte dello scorso anno, ha evidentemente sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare nelle ultime due sessioni di mercato: giocatori scarsi, alcuni malamente involuti, altri incapaci mentalmente di reagire, con Totti e Keita, unici due campioni in campo e nella testa, che però insieme fanno 80 anni.

L’isteria del maliano a fine gara, che nell’ultimo periodo era stato l’unica ancora di salvezza di una nave in balia delle onde, lascia intendere che tipo di clima si respiri a Trigoria, dove l’individualismo e la presunzione, soprattutto dei dirigenti, ha generato questa sconfortante povera realtà.

E mentre Garcia, in conferenza stampa, affermava per la prima volta da quando siede sulla panchina giallorosa, di “aver imparato ad amare la Roma, ma di non voler essere un peso per questo club”, il dg Baldissoni imponeva di fatto un aut-aut alla squadra, compreso il tecnico: “Non si può più sbagliare, basta analizzare i motivi, è tempo di cercare le soluzioni, bisogna tornare alla vittoria a tutti i costi, siamo tutti in discussione”.

Ma di tutto questo, dalla lontana Boston, il presidente della Roma, James Pallotta, che cosa penserà realmente ?

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