CGR Tra strategia, prospettive e inconsapevolezza, Pallotta scatena un tumulto

CGR Tra strategia, prospettive e inconsapevolezza, Pallotta scatena un tumulto

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PALLOTTADopo un lungo silenzio sulle vicende sportive giallorosse e qualche botta e risposta campanilistico con Claudio Lotito, ieri è tornato a parlare il Presidente della Roma, James Pallotta, impegnato in un meeting di business e finanza a Milano.

Il patron giallorosso, sottolineato il disgusto e il ribrezzo per l’incivile invasione del centro di Roma perpetrata dai barbari olandesi, si è detto meravigliato per le eccessive critiche rivolte a squadra e tecnico: “Abbiamo perso delle partite? No e allora perché siete dispiaciuti? Abbiamo fatto una serie di pareggi – afferma Pallotta– ma siamo ancora secondi… ho incontrato anche qui a Milano trenta tifosi che non mi hanno detto certe stupidaggini. I problemi li creano i media e  Solo qualche supporter, che forse tifoso neanche lo è”.

Apriti cielo: dichiarazioni che hanno creato un vero e proprio tumulto in una piazza che già ribolliva di collera nei confronti della Roma e degli scarsi risultati sin qui raggiunti, viste soprattutto le enormi aspettative di inizio stagione, create in primis da società, calciatori e tecnico.

Problema di prospettiva secondo qualcuno, perché una delle possibili spiegazioni a queste illogiche parole del presidente giallorosso, potrebbe risiedere nel fatto che la prospettiva – appunto – del patron americano è totalmente diversa da quella del tifoso o dell’addetto ai lavori che vive qui nella Capitale e segue h.24 tutte le vicende della Roma.

A Boston evidentemente, in base anche ad una filosofia sportiva totalmente contraria alla nostra, il secondo posto in campionato e  i sedicesimi di finale di Europa League restano comunque un buon risultato.

Il timore è che il presidente della Roma, al di là della visione delle partite e della lettura delle classifiche, non sia costantemente aggiornato sull’andamento gestionale della squadra e sull’umore di una città, che dopo la resurrezione dell’anno scorso si aspettava quest’anno di competere fino alla fine con la Juventus in campionato e non di abbandonare qualsiasi velleità di vittoria del titolo a metà febbraio.

Per qualcuno – pochi a dire la verità – quella di Pallotta è stata addirittura un’arguta strategia comunicativa, rivolta a distogliere l’attenzione dalla squadra in evidente difficoltà psicologica e a porre, il grande occhio della critica, su se stesso e su queste parole che da quasi due giorni fanno discutere, in ogni angolo e bar della capitale.

Un tentativo goffo in realtà che potrebbe avere uno sgradevole effetto boomerang, perché la squadra, partita questa mattina alla volta di Rotterdam con un Iturbe in più e un Florenzi, recuperato in extremis, nonostante la lieve distorsione alla caviglia, è chiamata necessariamente a passare il turno di Europa League contro un Fayenoord ben messo in campo da Rutten, ma che anche all’andata si è dimostrato di una o due categorie inferiore ai giallorossi.

L’ennesima brutta figura europea non verrebbe digerita bene dal pubblico giallorosso e minerebbe lo stato psicologico di un gruppo, già non straordinario, in vista del big match di lunedì contro la Juve, al quale assisterà anche James Pallotta dalla tribuna autorità dell’Olimpico, con la speranza che a fine gara possa dire “avete visto, avevo ragione io”… e non ricevere qualche battuta dagli spalti di Sordiana memoria “America’ facce Tarzan”.

 

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