“Closing” fissato: il 29 club a DiBenedetto

“Closing” fissato: il 29 club a DiBenedetto

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LA GAZZETTA DELLO SPORT (M. CECCHINI) – Ora è certo: la prima parte del grande romanzo d’appendice si chiuderà il 29 luglio.
Lo ha annunciato ieri Roma 2000, che in un comunicato ha fissato il «closing» , cioè il passaggio di proprietà del club alla Neep Roma Holding Spa di Thomas DiBenedetto, per venerdì prossimo. Nel «feuilleton» chiamato «Roma Venduta» abbiamo visto di tutto: palazzinari, sceicchi, tycoon, arresti, bluff, liti vere e fasulle. Perciò abbiamo l’impressione che dal 29 comincerà un’altra narrazione in cui -causa una proprietà bicefala (gli americani e Unicredit) -ci saranno spesso due versioni dei fatti.
Videoconferenza & Consob Istruzioni per l’uso. La sensazione è che gli stessi «media» , sull’onda del grande interesse, negli ultimi mesi vengano «usati» dalle parti nel braccio di ferro finanziario per uno stesso fine speculare: guadagnare dalla trattativa il più possibile. Un esempio ne è stato il caso dei presunti 17 milioni di «buco» , su cui ieri la Consob ha chiesto spiegazioni. Il fatto è stato definito da UniCredit «privo di fondamento» ed è tecnicamente vero, visto che il bilancio al 30 giugno si chiuderà con i 36 milioni di «rosso» previsti, anche se quei 17 saranno una perdita inerziale che graverà sul futuro. Fatto nuovo? No, tant’è che le parti confermano la stessa verità: la «due diligence» era chiara. E allora? Il problema, perciò, è sulla modalità di redistribuzione delle perdite e quindi dei successivi investimenti, in cui ognuno vuole spendere il meno possibile. Per questo nella notte fra giovedì e venerdì Di-Benedetto (che lunedì sarà a Roma) e Fiorentino si sono parlati per trovare l’accordo.
Doppia ricapitalizzazione Certo, la cessione è servita per salvare un club quasi fallito e che tuttora impiega gran parte del budget per ingaggi e spese correnti. Le operazioni concordate finora servono per tornare in linea di galleggiamento, ma la nuova dirigenza comincia a premere perché la cordata Usa faccia subito robusti investimenti per il potenziamento, anche perché il bilancio 2012 si chiuderà con un fatturato di «soli» 95-100 milioni. Insomma, oltre ai finanziamenti accantonati (40 milioni, deliberati ieri dalla banca) e la ricapitalizzazione di 35 milioni già prevista, sarebbe utile farne una seconda, magari stornando parte dei 29 milioni stanziati per l’Opa, visto che pare difficile arrivino molte adesioni causa il basso valore dato alle azioni (0,67 euro). Impressioni? Se UniCredit dal 29 luglio farà solo da controcanto, toccherà a DiBenedetto Co. agire. Il futuro, forse, comincia adesso.

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