Continuate a farci respirare l’aria Europea

Continuate a farci respirare l’aria Europea

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Nordista Romanista di Pino Vaccaro

Sarà infinitamente complicato. Inutile nasconderlo. L’Ajax è uno squadrone: non credete a quelli che si stanno divertendo, rosicando, a sminuire l’impresa della gara d’andata in Olanda. Chi racconta che i “Lancieri” non sono più quelli di Van De Beek, Zyeck, De Ligt e De Jong omette di dire che prima della sconfitta interna contro la Roma la striscia di imbattibilitá andava ben oltre le 20 partite. Erik Ten Hag è un grande maestro di calcio e la sua squadra lo ha dimostrato anche giovedì scorso mettendo la Roma alle corde per buona parte del secondo tempo. Per una volta la “Dea Bendata” ha regalato una manciata di minuti alla squadra di Fonseca che ne ha approfittato: prima Pau ha abbassato la serranda sul rigore di Tadic, poi Pellegrini ha trasformato una punizione, anche grazie alla clamorosa “papera” del giovane portiere olandese. Minuti di ordinaria follia: dalla depressione all’euforia. Dal terreno che sprofonda sotto i piedi al Paradiso toccato con un dito. Le ali giallorosse hanno iniziato a vorticare intensamente, ma basta un attimo per essere di nuovo risucchiati da un ambiente che purtroppo non conosce le mezze misure. E dunque calma. L’ Ajax, per collettivo, secondo me è la squadra più forte del lotto, per certi aspetti anche superiore anche allo United che ovviamente dalla sua parte ha maggiore esperienza e soprattutto individualità da urlo, come nessuna tra le partecipanti ai quarti di finale. Per conquistarci lo United però bisogna superare l’esame di olandese del professor Ten Hag. Il risultato dell’andata non conta: i Lancieri giocano sempre allo stesso modo, il loro leader è il gioco. Si aggrappano al talento dei loro giovani per disegnare le geometrie più intriganti. Tutto a velocità supersonica. Ne hanno dato saggio all’andata creando in 20 minuti almeno 3 nitide palle gol. Tadic è l’ispiratore, Neres e Antony gli angeli custodi, Klaassen il martello incursore. Picchieranno ai fianchi come un pugile “ballerino”, insistendo con quel gioco a elastico che va a ondate, che stordisce come il canto di una sirena. Ci sarà da nascondere le orecchie per 90 minuti, contro una squadra che ha DNA europeo, molto più della Roma, abituata eccome a certe atmosfere. Il 2-1 dell’andata non cambia di una virgola lo spartito. Servirà una Roma perfetta per superare il turno.

La stessa Roma che in Europa ha regalato solo successi da quando la sfida è diventata a doppio turno. Solo vittorie contro Braga e Shakhtar. E mezza impresa contro gli olandesi. Sull’altare dell’Europa sono stati sacrificati mille punti in campionato. L’errore grosso è valutare il doppio binario, campionato e coppa, come se fossero due entità separate. Non è così. La stagione va considerata nella sua completezza. La rosa non è in grado di gestire il doppio impegno: Fonseca avrà avuto anche le sue colpe, ma aver portato l’unica squadra italiana in un quarto di finale  di una coppa internazionale non può essere un fatto sottovalutato assolutamente. Giocare il giovedì significa forzatamente cedere qualche punto in SerieA, soprattutto se gli uomini sono contati anche per gli infortuni a raffica che hanno tolto di mezzo tante prime scelte. Poter programmare una gara a settimana è un altro mondo. Da quando l’Europa ad esempio si è sbarazzata dell’Inter la squadra di Conte ha messo il turbo. La Roma si è ritrovata anche a 4 punti dal Milan secondo in classifica prima dello scontro diretto, ma poi i giovedì di Coppa hanno segnato un solco sempre più ampio. Sono convinto che con un solo impegno a settimana questa squadra avrebbe galleggiato agevolmente nelle acque della Champions, ma l’aria d’Europa è troppo affascinante per non essere respirata. Ora c’è l’Ajax. Continuate a farci respirare.

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