Cuore e carattere

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rassegnastampaCORRIERE DELLO SPORT – A. POLVEROSI –  In trentadue giorni abbiamo giocato quasi 9 partite, 8 intere più 60 minuti divisi in 4 tempi supplementari e negli ultimi 10′ anche con un uomo in meno. Tranne la prima, tutte le altre erano in calendario a giugno, quando, negli anni dispari, i giocatori sono serenamente in vacanza. Abbiamo retto, sbandato, dominato, subìto, perso, vinto, giocato bene e anche male, ma abbiamo sempre giocato con orgoglio, con carattere, qualità e forza. Non ci siamo mai arresi, nemmeno ieri, quando siamo arrivati a una finale che nessuno voleva (né Prandelli, né Tabarez) contro un’avversaria che aveva un giorno in più di riposo e 30′ di supplementari in meno. Abbiamo incontrato l’Uruguay senza Balotelli e Abate, già a casa, senza Pirlo, Barzagli, con mezzo De Rossi (ma per un’ora è stato un gigante). Nel primo tempo abbiamo giocato a un ritmo doppio della Celeste, nel secondo siamo scomparsi di scena per un quarto d’ora, poi ci siamo aggrappati all’orgoglio e quando eravamo a un passo dal tracollo siamo rinati. Questa squadra ha uno stile di gioco, ma soprattutto uno spirito vero, uno spirito molto italiano, interpretato a San Salvador da De Rossi, Montolivo e Chiellini. Ci siamo imbattuti in un fenomeno, a noi noto e ai napoletani anche caro, Edinson Cavani. (…)

Ai rigori abbiamo vinto la partita che contava di meno, però torniamo dal Brasile con alcune notizie preziose e sotto questo profilo siamo avvantaggiati rispetto alle altre nazionali europee, Spagna esclusa. L’indicazione più importante è per Prandelli: per Brasile 2014, più della squadra sarà decisiva la lista dei 23. Non potrà esserci un solo giocatore in condizioni fisiche incerte, nessuno potrà essere aspettato durante il Mondiale, servono 23 giocatori in splendida forma atletica. Le altre notizie sono tecniche. Ora sappiamo che De Sciglio può stare benissimo in questo gruppo, che De Rossi quando vede Prandelli si illumina di immenso, che Candreva è un giocatore da far entrare in pianta stabile in squadra, come esterno o come interno, che Giaccherini è piccolo solo di statura, ma grande di gambe e di polmoni, che Gilardino non ha dimenticato come si gioca a questi livelli e che Diamanti, con quel sinistro, può incollare partite che stanno per rompersi. (…)

Torniamo con le certezze sul conto dei nostri vecchi, di gente come Buffon che ieri ha deciso la finale per il 3° posto imitando il Toldo di 13 anni fa in Olanda. Dobbiamo sperare che Pirlo non molli nella prossima stagione, perché il faro resta lui. E che accanto a Balotelli venga trovato l’attaccante giusto. Potrebbe essere Osvaldo con la testa sana o Beppe Rossi con le ginocchia sane.

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