Da Berlino a Siena nel segno di Perrotta

Da Berlino a Siena nel segno di Perrotta

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CORRIERE DELLO SPORT – R. MAIDA – Le carambole pazze del calcio gli hanno regalato una palla, una sola, che aveva il giro capace di modificare il corso degli eventi: Simone Perrotta ci è salito sopra forte, senza niente da perdere, con tutta la rabbia accumulata in mesi di chiacchiere e frustrazioni. (…)  E’ volato, letteralmente, sotto il settore ospiti, tra la gente che da otto anni gli vuole bene e che per le spietate leggi dell’anagrafe l’aveva un po’ dimenticato, o comunque snobbato. Ha sbattuto le mani contro il vetro, ha urlato, si è sfogato, prima di essere travolto dai compagni. Tutti, uno per uno, perché a un professionista del suo livello i giovani di questa Roma hanno sentito di dover rendere omaggio.Soprattutto se in una partita incagliata nella maledizione di Cosmi, romanista mai tenero con i colori del cuore, un tiro del più inaspettato dei protagonisti ha regalato al gruppo la terza vittoria di fila e una settimana di carica in attesa della Fiorentina.

RIVINCITA – Perrotta non segnava in campionato dal 23 aprile 2011, quando sulla panchina della Roma non c’era Zeman e non c’era Luis Enrique ma Vincenzo Montella. Anche quel gol fu decisivo, perché consentì alla squadra di battere il Chievo (1-0). Ma questo ha un odore e un sapore diversi, perché è il primo in serie A da quando è entrata la nuova proprietà (…). Ed è una risposta tecnica al nuovo management, da Baldini a Sabatini, che lo aveva ufficialmente ripudiato l’estate scorsa nonostante un rinnovo contrattuale da 2,5 milioni lordi ereditato dalla precedente gestione. I dirigenti gli chiesero di andare via, nell’ottica di ringiovanimento dell’organico e del contenimento dei costi, ma trovarono dall’altra parte un uomo orgoglioso di 35 anni, per niente disposto a partecipare all’esodo dei vecchietti. (…)La sua volontà era una: onorare fino all’ultima goccia di sudore l’accordo che lo legava alla Roma fino al giugno del 2013.
EMARGINATO – E mentre veniva escluso dal gruppo, depennato dalla lista dei convocati per la tournée americana e per il secondo ritiro di Irdning, i dirigenti facevano sapere che Perrotta (come gli altri “ribelli”) non avrebbe mai più giocato con la Roma. Invece è andata diversamente. La situazione è cambiata grazie all’impegno del calciatore e alle necessità di Zeman, che lo ha rimesso in campo alla sesta giornata contro la Juventus e poi gli ha concesso altri quattro spezzoni di partita, ottenendo in cambio un condensato di umiltà e determinazione. Da ieri forse inizia una nuova stagione anche per Perrotta.
FUTURO – In ogni caso però sarà l’ultima nella Roma. Perrotta non ha ancora deciso se vorrà smettere di giocare o se provare un’esperienza all’estero, magari in Inghilterra dove è nato nel 1977. Intanto si è tolto una grande soddisfazione, sei anni dopo aver vinto il Mondiale. Da Berlino a Siena la strada è stata lunga e non sempre divertente ma ha portato alla stessa sensazione: di uno come Perrotta c’è sempre bisogno.

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