Da Giannini a Viola, all’Olimpico trionfa il vintage

Da Giannini a Viola, all’Olimpico trionfa il vintage

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curva sudLA REPUBBLICA – M. PINCI – Se la Roma sul campo non arriva ai 25 anni e mezzo di età media, al contrario sugli spalti si respira atmosfera vintage. A cominciare da quando, prima del match, l’altoparlante dell’impianto annuncia un nome dal suono dolcissimo alla memoria dei romanisti. Che, pochi istanti dopo, possono vedere emergere dalla pancia di uno stadio già sufficientemente colorato, la testa del ‘Principe’ Giannini. Non più la zazzera nera di quando vestiva la maglia giallorossa, ma utile comunque a strappare un lungo applauso nostalgico per il capitano di una volta. Quasi inevitabile, allora, che una mezz’ora più tardi debba essere un altro capitano, Francesco Totti, a sbloccare la partita.

La Curva, però, la propria Hall of Fame la celebra evocando l’immagine di un grande presidente: “Il giocatore non va divinizzato, quella che tiene il sudore è la maglia. Lode a te Dino Viola”. Omaggio per ricordarne la memoria a 22 anni dalla scomparsa. In fondo, per la Roma è il debutto nel proprio stadio per il 2013, e la Sud ha accumulato annunci arretrati. Mentre in panchina prende freddo Pjanic, costretto a rinunciare all’esibizione in calzoncini causa mal di gola. Il “Non riesco a respirare” con cui si arrende durante il provino prepartita però è quasi thriller. Ma è la serata dell’amarcord, e allora la curva non rinuncia neanche a un coretto di antica tradizione all’indirizzo dell’arbitro Orsato e della sua più diretta congiunta. E nel solco della tradizione, come poteva mancare la scalata di una bandiera come Totti ai miti del passato? Nordahl, dopo ieri notte, è ancora più vicino.

 

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