De Rossi: «Sicuro: faremo un gran finale di campionato»

De Rossi: «Sicuro: faremo un gran finale di campionato»

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GAZZETTA DELLO SPORT – A. PUGLIESE/M. CALABRESE – Siamo sicuri che è la Roma? La squadra delle occasioni perse e dei punti buttati quando le rivali restano a bocca asciutta? Quella del «manca sempre un soldo per fare una lira »? Nonostante la storia più o meno recente di questa squadra possa far pensare il contrario, stavolta la Roma la preda non se l’è lasciata scappare. Riecco i sogni di gloria che sembravano svaniti nella depressione post-derby: quattro punti dalla Champions, tre da Napoli e Udinese, con entrambi gli scontri diretti da giocare in casa. Il minimo sindacale in fase realizzativa, le solite palle gol fallite e i soliti rischi di cui tutti, Luis Enrique in primis, farebbero volentieri a meno.

Leader Un gol dopo tre minuti e può bastare così: era già accaduto a Palermo ed è risuccesso ieri. Al Barbera era toccato a Borini, all’Olimpico a Osvaldo, che nel giorno dell’accordo con la Disney fa il chitarrista con la bandierina, reclamando una partnership anche con qualche gruppo rock americano. Ci starebbe bene, viste anche le cuffie con cui i giocatori si accompagnano prima e dopo le partite. De Rossi è il leader della band: la curva ha accolto la Roma con uno striscione emblematico, a metà tra la fiducia e la pazienza a termine: «Noi appoggiamo le vostre idee, ma la nostra voce merita sfide europee ». De Rossi risponde senza girarci intorno: «Le sfide europee ce le dobbiamo guadagnare sul campo – dice – Questa squadra le merita, ma per arrivarci dobbiamo avere continuità, e non bastano solo due vittorie consecutive se ci sono squadre che ne fanno anche dieci. La corsa alla Champions? La Lazio è terza e quindi favorita, ma la strada è ancora lunga. E il nostro è un organico da posizioni superiori rispetto alla sesta: il presente non è ancora il massimo, ma speriamo che il futuro lo diventi. Io sono uno che crede molto alla classifica, che ora parla chiaro: il nostro problema è stato la continuità, ma sono sicuro che sarà un grande finale di campionato».

Pensare in grande E in Champions, ma anche in Europa League, ci si va solo con i risultati: «Provarci è nel nostro dna e in quello del nostro tecnico – aggiunge De Rossi – Andremo a Milano a giocarcela, come abbiamo sempre fatto, anche a costo di sbatterci il muso». Ridono tutti, compresi Greco e Marquinho, «nemici» nel ballottaggio per il terzo posto a centrocampo ma entrambi utili alla causa. «Erano fondamentali i tre punti,maun occhio alla classifica va dato per forza – dice Leandro – A Roma si passa da un eccesso a un altro: noi, però, lavoriamo partita per partita. E a Milano può succedere di tutto». E Marquinho inizia a vedere la porta: «Mi alleno molto sul tiro, magari alla prossima segno. Luis Enrique? Propone il calcio del futuro». Chiusura per Walter Sabatini: «Per la Champions il Napoli è l’avversario da battere. Non voglio parlare di obiettivi, ma evocare l’orgoglio di questa squadra. La vera rivoluzione l’hanno fatta i tifosi. Da loro una spinta fondamentale». Ma l’avrebbero sopportata un’altra occasione persa?

 

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