De Rossi, la Roma si difende: “Non è un caso come Gattuso”

De Rossi, la Roma si difende: “Non è un caso come Gattuso”

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Neanche il tempo di respirare per il ritorno alla vittoria che i pensieri della Roma tornano a virare verso il fosco. Lo Shakhtar Donetsk, avversario dei giallorossi negli ottavi di finale di Champions League, ha presentato nei giorni scorsi una denuncia all’Uefa, chiedendo la squalifica di Daniele De Rossi per la partita di ritorno, in programma tra undici giorni in Ucraina. Il motivo? Un tentativo di “aggressione” (così è stato definito dagli ucraini) del centrocampista romanista ai danni di un giocatore del club allenato da Lucescu, durante la gara dell’Olimpico persa dalla Roma per 3-2. Un filmato ritrarrebbe il numero 16 mentre colpisce un avversario durante un’azione di gioco. Inizialmente, si era diffusa la voce di un attacco a gara finita, sullo stile di quello tra Gattuso e Jordan, vice allenatore del Tottenham. Voce smentita dai fatti e dalle immagini.

MEMORIA DIFENSIVA – L’esposto, su cui l’Uefa avrebbe voluto mantenere il riserbo almeno fino al giorno dell’udienza, è stato presentato dallo Shakhtar pochi giorni fa: un fascicolo con documentazione video che dimostra l’accaduto in maniera incontrovertibile, almeno secondo il club di Donetsk. Due giorni fa ne è stata informata la Roma, che ha rapidamente dato mandato all’avvocato Conte, con il legale internazionale Crespo (gli stessi che discussero il caso Mexes nel 2004), di presentare una memoria difensiva, cercando di evitare un’altra pesante squalifica. Ma le immagini evidenzierebbero il contatto. Unico vantaggio, in questo senso, la garanzia che nessuno degli arbitri abbia segnalato l’episodio, avvenuto a gara in corso e non dopo il fischio finale. Ma la prova televisiva potrebbe in ogni caso portare a una squalifica, sempre che il direttore di gara non sostenga di aver visto l’episodio e non averlo valutato sanzionabile. I bookmakers intanto hanno già fissato le quote per la sanzione, arrivando a quotare tra le 3 e le 7 giornate di squalifica. Troppo, forse, ma la scia emotiva del “caso Gattuso” (la lite con mano al collo e testata al vice di Redknapp Joe Jordan) rischia di creare un precedente pericoloso che potrebbe spingere a giudicare con il pugno di ferro l’episodio, anche per dare un segnale forte al movimento italiano e scoraggiare eventuali emuli.

SPERANZA – Un appiglio prova a fornirlo il legale giallorosso Antonio Conte: “Il paragone con Gattuso non tiene – assicura l’avvocato – c’è stata una denuncia dello Shakhtar Donetsk che ha inviato questo filmato all’Uefa dove si vede una fase di gioco in area su un azione da calcio d’angolo, sottolineando che quello di De Rossi contro un giocatore della squadra avversaria fosse un gesto violento, facendo riferimento anche a quanto accaduto con il giocatore del Milan. Niente liti a fine partita, assolutamente come invece ha riportato qualcuno. Noi riteniamo che la loro ricostruzione non sia corretta. Nessuno degli arbitri ha riportato nei referti qualcosa”. L’avvocato spiega anche come la Roma abbia già avviato i passi necessari per evitare di perdere il giocatore: “Noi abbiamo già fatto tutti i ricorsi e presentato le memorie difensive del caso, adesso attendiamo la decisione dell’Uefa. Poi ci saranno dei tempi per appellarsi, ma speriamo che non ci sia qualcosa di grave. Nonostante le immagini, però, il legale non si dice pessimista: “Ho difeso molte volte situazioni del genere, qui c’è una azione di gioco dove ci sono delle cose, ma parlare di pessimismo proprio no”. La decisione, come conferma l’avvocato, potrebbe arrivare già in giornata: “L’Uefa forse deciderà anche oggi o, al massimo, entro lunedì”. Tempi che consentirebbero anche di ricorrere in appello contro un’eventuale squalifica. Anche se a Trigoria sperano non si renda necessario.

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