Dzeko: “Vogliamo tornare a giocare. Orgoglioso di essere capitano della Roma. Mkhitaryan?...

Dzeko: “Vogliamo tornare a giocare. Orgoglioso di essere capitano della Roma. Mkhitaryan? Deve restare con noi”

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In una diretta Instagram sui profili ufficiali del club, Edin Dzeko ha parlato della Roma, del suo rapporto con i tifosi della possibile ripresa:

Qual è il tuo pensiero sulla ripresa degli allenamenti?
“Qualche settimana fa ho detto che noi vogliamo tornare a giocare, in sicurezza. In questo momento, sugli allenamenti penso sia assurdo che possa essere più sicuro allenarci a un parco piuttosto che a Trigoria. La Roma ha fatto tante cose importanti in questi ultimi mesi, non solo per i calciatori, sicuramente Trigoria sarà messa in sicurezza per poter tornare ad allenarci. Spero che tra poco potremo farlo, si sono dette tante cose su noi calciatori…il calcio non significa solo soldi o calciatori, c’è tanta gente intorno al calcio: sono professionista da tanti anni, ci sono tante persone che lavorano intorno a noi e che in questo momento rischia di perdere il lavoro. Tante aziende collaborano allo stadio anche. Ho letto tante interviste di giocatori, come Acerbi e Immobile, e sono d’accordo con loro”

Com’è indossare la fascia della Roma?
“Dopo tanti capitani importanti, romani, essere capitano della Roma non romano è ancora di più un orgoglio, significa che ho fatto qualcosa di buono in questi anni. Spero di continuare così e far felici i nostri tifosi”

Un po’ romano ci sei diventato forse…
“Spero che tutti i tifosi della Roma siano orgogliosi di avere un capitano della Bosnia”

Il più forte difensore che hai affrontato?
“Ce ne sono tanti, come Chiellini, Koulibaly, Skriniar…anche Acerbi, per me la Lazio l’ha pagato molto poco per quanto vale. Uno pesante, che rompe sempre, è Chiellini”

Gli viene mostrato il primo gol proprio contro Chiellini
“Forse lì non mi conosceva ancora bene…sono stato bravo a difendere il pallone anche con le braccia, la palla di Iago era un po’ bruttina (sorride, ndr). Era il primo gol, contro la Juventus: non si scorda mai”

Ti manca il clima di Manchester?
“No, non mi manca (ride, ndr)”
Quanti giorni di sole hai beccato lì?
“Sicuramente pochi rispetto a Roma. Sono da 5 anni qui, il sole che c’è qui ti fa stare bene già quando ti svegli la mattina”

Ma quindi…sei mancino o destro?
“Sono destro però tanti mi chiedono se è così, anche compagni di squadra. Forse i gol più belli li ho fatti col sinistro.

Il preferito? Non è difficile, quello contro il Chelsea. L’ho rivisto tante volte, un gol così lo devi vedere spesso. Poi quel gol, con i tifosi della Roma lì dietro, ha tutto un altro peso. Siamo impazziti tutti”

Hai mai pensato a cosa avresti fatto se non fossi diventato un calciatore?
“Non ci ho mai pensato, mi piacciono tanti sport però il calcio era sempre al primo posto. A scuola giocavo spesso a basket, forse per questo sono diventato così alto. Penso che un po’ di tecnica per giocare a basket ce l’ho”

Consigli per diventare calciatore?
“Non è facile, prima di tutto c’è il talento però non è una cosa necessaria: ho visto tanti giocatori lavorare tanto anche se non erano molto talentuosi. In Bosnia, quando giocavo nelle giovanili, forse c’erano giocatori anche più talentuosi di me ma non sono riusciti ad arrivare ad alto livello. Serve anche fortuna. Perché tiro bene anche col sinistro? Perché alla fine degli allenamenti mi fermavo sempre a calciare col mancino. Bisogna lavorare tanto”

Dove hai preso la sciarpa della Roma nella foto da bambino?
“Vedo che Radja (riferito a Nainggolan, ndr) fa delle domande…”

Domanda di Nainggolan: perché tiri sempre a giro e mai di collo?
“Di collo non tiro abbastanza bene, lo sai Radja: mi hai visto allenare tutti i giorni. E’ uno che capisce di calcio, lo sappiamo tutti”

La sciarpa…
“Eravamo ad un torneo a Ferrara, per un torneo di calcio. C’erano anche Lazio e Milan, andavamo spesso in giro e siamo andati a comprare maglie, sciarpe e tutto il resto. Lì ho comprato anche una sciarpa della Roma che avevo completamente dimenticato. Vedere quella foto mi ha reso ancora più orgoglioso di essere qui”

Il miglior ricordo con Kolarov?
“Ce ne sono tanti però penso al secondo gol che ho fatto contro il Chelsea in cui lui tirò una punizione da sinistra e lo guardavo negli occhi e, nella nostra lingua, gli dissi di metterla sul primo palo e lui l’ha messa lì e ho potuto far gol”

Come ti senti ad essere considerato un simbolo per i tuoi connazionali?
“Ho fatto una strada difficile, ne siamo usciti tutti più forti e sono orgoglioso che la gente in Bosnia mi vede come un simbolo”

Si parla sempre di Roma-Barcellona ma tu un gol importante l’hai fatto all’andata
“Dopo l’andata ci sentivamo malissimo, durante la partita molto bene perché secondo me avevamo fatto una partita importante contro una delle squadre più forti del mondo. Siamo stati sfortunati per quell’autogol nel primo tempo, c’erano anche un paio di rigori per noi, dopo il 3-0 pensavo fosse difficile per noi, quel gol, di sinistro sempre, ci ha dato speranza. Poi quando abbiamo preso il 4-1, dico la verità, ero devastato. Non avevo tante speranze, sinceramente”

Neanche noi ci credevamo molto
“Quando vedo quella partita ancora mi chiedo ‘come abbiamo giocato?’. Tanto merito va anche a Mister Di Francesco perché la preparò benissimo. Tutti giocarono benissimo, anche quelli subentrati. Battere 3-0 il Barcellona non si può in 7 o 8, l’abbiamo fatto tutti”

Le tre partite più belle da quando sei alla Roma
“Barcellona in casa. E’ difficile…se penso individualmente dico Villarreal, dove ho fatto tripletta. Ma sicuramente ce ne sono altre molto più belle”

Com’è giocare con Mkhitaryan?
“Mi è piaciuto sempre, anche perché ho giocato in Germania e in Inghilterra e anche lui prima stava al Borussia Dortmund e poi è andato in Premier. Ora l’ho conosciuto anche come uomo ed è un bravissimo ragazzo, è un giocatore fantastico che questa squadra e questa società vogliono avere. Speriamo rimanga anche per i prossimi anni perché giocatori come lui ci servono per andare a fare risultati importanti”

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