E Daniele tifa la sua Roma

E Daniele tifa la sua Roma

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IL ROMANISTA – C. ZUCCHELLI – Quando Verre ha messo a segno il quinto dei sei gol con cui la Primavera ha umiliato il Milan, Daniele De Rossi stava vedendo la partita da appena qualche minuto. Era arrivato poco prima, giusto in tempo per assistere al rigore con cui i rossoneri avevano messo a segno la rete della bandiera. Il sole, su Trigoria, iniziava a tramontare. De Rossi (figlio) era a una ventina di metri dal padre, attaccato alla rete. Al momento del gol, mentre i giocatori in campo esultavano al gol del ragazzino n a t o  q u a n d o Francesco Totti già giocava in serie A, lui si è diretto verso Alberto, il papà, e gli ha sussurrato qualcosa. Hanno sorriso. Anzi riso. Poi Daniele è tornato al suo posto a vedere la fine della partita e il padre ha fatto lo stesso, seduto in panchina a incitare i suoi giocatori che gli hanno pure regalato la sesta perla di un pomeriggio da ricordare. Si può partire da qui, da questo gesto semplice, nel raccontare come De Rossi stia vivendo quelli che sono i giorni più importanti della sua carriera. Del contratto, delle cifre, delle clausole e di tutte le questioni di numeri più che di cuore si occupa il suo procuratore, Sergio Berti, che è costantemente in contatto con Franco Baldini.

La Roma ha fatto la sua proposta, attende una risposta – che poi potrebbe essere una controproposta anche – e lavora, cercando di mantenere il massimo riserbo, a una felice conclusione della trattativa. O della “telenovela” per dirla con la parola che De Rossi ha usato a Catania. Il 31 gennaio si avvicina, dal giorno successivo Daniele potrebbe firmare con qualsiasi altro club e, inevitabilmente, i tempi cominciano a essere stretti. La trattativa non è facile – non lo è mai stata – ma la base di partenza è la stessa: prolungare il contratto. Che non significa, magari, che De Rossi resterà a Roma a vita. Ma non significa neanche il contrario. Se ne sta discutendo, si sta parlando dell’eventualità di inserire una clausola che però non sarebbe una via d’uscita ma semplicemente una possibilità che le parti si lascerebberoper ridiscutere il futuro. La Roma e De Rossi, per arrivare a un accordo, si devono venire incontro: la società facendo uno sforzo economico, il giocatore rinunciando a soldi e, magari, a una prospettiva di carriera più vincente. Almeno nell’immediato. Perché quando De Rossi firmerà lo farà con la convinzione di aver sposato un progetto affascinante ma a medio e lungo termine. Daniele è il primo a saperlo, basta leggere qualsiasi sua dichiarazione da settembre ad oggi per rendersene conto.

Col Cesena probabilmente non ci sarà: l’infiammazione alla coscia gli continua a provocare dolore, ieri, dopo che in mattinata era stato in centro per girare uno spot legato a uno sponsor, si è allenato col gruppo ma ha interrotto la seduta in anticipo, ha bisogno di riposo e sabato potrebbe essere l’occasione giusta. Per riaverlo poi a Torino martedì in Coppa Italia, la competizione che lui, sempre a Catania, ha definito “la nostra Champions League”. Oggi e domani De Rossi si allenerà a parte e seguirà un programma di lavoro specifico, come ha fatto sapere la Roma ieri pomeriggio attraverso un comunicato: “De Rossi soffre di un fastidioso problema all’adduttore che lo sta tormentando nelle ultime settimane. La società ha quindi deciso di farlo allenare a parte con un lavoro specifico differenziato per le prossime 48 ore. Il numero 16 giallorosso a meno di clamorosi colpi scena salterà, con molta probabilità, l’incontro di sabato alle 18 contro il Cesena di Arrigoni”.

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