E’ Totti il più popolare d’Europa

E’ Totti il più popolare d’Europa

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IL ROMANISTA – C. ZUCCHELLI – Che Francesco Totti non fosse popolare solo a Roma non è certo una novità, nonostante ci sia chi continua a dirlo o pensarlo. Adesso, per l’ennesima volta, arriva anche un altro sondaggio a certificarlo. È quello lanciato sul proprio sito dall’Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio e che riguardava i giocatori più popolari in ogni continente tra quelli ancora in attività. In Europa i primi tre si chiamano, appunto, Francesco Totti, Alessandro Del Piero e Cristiano Ronaldo. Due campioni del mondo, oltre che le uniche due bandiere rimaste nel calcio italiano, davanti a un altro campione che gioca in una delle squadre più forti. C’è poco da commentare, dentro e fuori Trigoria. Così come c’è poco da commentare sul fatto che oggi ci sia l’ennesimo traguardo da raggiungere per il Capitano. Se ne parla – anche troppo – ormai da un paio di settimane: con la doppietta messa a segno contro il Chievo, Totti è arrivato a 209 gol in serie A.

È a una rete soltando da Nordahl, che con la maglia del Milan ne ha fatti 210 e nessuno nella storia lo ha mai eguagliato. Tantomeno superato. Totti può farlo. Lo farà. Se non oggi, domenica prossima contro il Bologna. O magari il mercoledì successivo contro il Cagliari. Non è una questione né di se né di quando: ai grandi appuntamenti Totti si presenta sempre. E anche questa non è certo una novità. Al Cesena non ha mai segnato. Difficile farlo d’altronde, considerando che i bianconeri negli ultimi vent’anni hanno giocato in serie A solamente per due campionati. Anche questo è un obiettivo, certamente meno importante di Nordahl e della vittoria della Roma stessa. Perché i record di Totti a questo servono: al bene della sua squadra. Luis Enrique ieri ha detto che dovrà valutare bene le condizioni fisiche dei giocatori considerando che la Roma avrà martedì una partita altrettanto importante, quella contro la Juve nei quarti di Coppa Italia.
Totti, sostituito a Catania prima dell’interruzione per il diluvio, dovrebbe comunque giocare dall’inizio: primo perché è lui – che non è poco, se non tutto – e secondo perché da quando è tornato dopo l’infortunio la sua presenza in squadra è stata decisiva. Ci sono i numeri a dimostrarlo. E ci sono anche le parole dello stesso allenatore e dei compagni. Per non parlare degli avversari, che ogni volta dicono: «Se non ci fosse sarebbe un vantaggio per noi».[…]

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