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Emenalo, il dirigente più longevo dell’era Abramovic che ha vinto 7 trofei e ‘sconfitto’ il razzismo

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FOCUS CGR – Tra i candidati alla direzione sportiva della Roma, accostati in questi giorni dai principali media capitolini, c’è anche il nome di Michael Emenalo. Nigeriano d’origine, nato a Aba, il 4 luglio del 1965. Una carriera da calciatore – nel ruolo di difensore centrale, iniziata di fatto negli Stati Uniti a Boston (1986), ma poi proseguita in giro per il mondo. Prima l’approdo in Belgio al Moleenbek, successivamente passaggi, senza lasciare clamorose tracce, anche in Germania (all’Eintracht Trier), in Inghilterra (Notts County) e in Israele al Maccabi Tel Aviv e in quest’ultima società Emenalo trova l’aggancio giusto per proseguire la sua carriera nel mondo del calcio dopo il ritiro.

Infatti il nigeriano, una volta aver appeso i fatidici scarpini al chiodo, si trasferì negli Stati Uniti dove continuò a seguire il calcio e intraprese la carriera da osservatore per alcuni dei tecnici a cui era rimasto più legato. Il 20 settembre 2007 fu proprio Avram Grant, che già lo aveva allenato al Maccabi Tel Aviv, a nominarlo Capo Osservatore al Chelsea una vola nominato tecnico dei Blues. Carica che Emenalo mantenne anche dopo l’esonero del tecnico israeliano. Il 19 novembre 2010 con le dimissioni di Ray Wilkins diventa vice di Carlo Ancelotti, divenendo poi direttore tecnico della società londinese.

RAZZISMO E POTERE – Nel decennio londinese, Emenalo è costretto a combattere anche col pregiudizio, velatamente razzista, che si ingenera sul suo conto su alcuni tabloid. In una delle rare interviste concesse affermò in merito: “Il calcio è pieno di stereotipi e di malelingue. La narrativa sui tesserati di colore deve cambiare. In questo momento, la narrativa è: il bianco è sempre migliore. C’è sempre qualcuno che dice che un ragazzo bianco può fare meglio. La gente deve fare la cosa giusta. Martin Luther King diceva: “giudicate me dalle mie capacità, non dal mio colore della pelle”.

“Alcuni hanno detto: “perché questo proprietario Russo [Abramovich], che conosce migliaia di persone, ha creduto in lui? E ‘ africano, deve aver ucciso qualcuno per lui. Nessuno pensava di potermi nominare per le mie qualità, la mia intelligenza. Il presidente ha creduto fortemente in me, nonostante Grant andò via e mi nominò come direttore tecnico senza pensarci su”.

La posizione di Emenalo dunque all’interno del club cresce in termini di importanza, ma inevitabilmente è destinata ad entrare in contrasto con la posizione influente di diversi manager internazionali che Roman Abramovic, proprietario del Chelsea, ingaggia di fatto ogni biennio. Il 9 giugno 2013 con l’arrivo di José Mourinho alla guida dei Blues, Emenalo presenta le dimissioni, poichè creerebbe un conflitto con la sua posizione. Abramovič rifiuta le dimissioni. Poco conosciuto al grande pubblico e poco amante dei riflettori è stato una delle pedine fondamentali del club londinese, diretto referente del patron russo, oltre che principale punto di riferimento per il capo del dipartimento finanziario, Marina Granovskaia. Emenalo ha sempre avuto grandi poteri sul mercato. Per questo si è scontrato con tutti gli allenatori che sono passati nell’era Abramovich. Vicenda che genera delle frizioni interne, forse delle invidie, considerata la particolare impostazione dei club britannici, in cui la figura del direttore sportivo non è quasi mai contemplata.

VITTORIE E SCOPERTE – Nel 2017  Emenalo entra in collisione anche con Antonio Conte: decisive le vicende Diego Costa e David Luiz, che per un periodo viene spedito in tribuna dal tecnico italiano e di fatto silurato. Il direttore nigeriano è costretto a dimettersi nel 2017. Sotto la gestione Emenalo, il Chelsea vince 5 trofei nazionali (2 Premier e 2 FA CUP) e 2 trofei internazionali (la Champions League e l’Europa League).

E’ un dirigente che ama stare sul campo, a contatto diretto con la squadra e che segue i match ufficiali dalla panchina. Sa lavorare sia sui profili giovani (es. Salah e De Bruyne), sia su calciatori in grado sin da subito di fare la differenza, senza fare troppi proclami: stelle come Hazard, Kanté, Courtois, piuttosto che Juan Mata, Azpilicueta. Poche settimane dopo l’addio al Chelsea, sostituisce Luis Campos al Monaco nel ruolo di direttore sportivo, restando in carica fino all’agosto del 2019. Emenalo recentemente è stato accostato alla direzione sportiva del Milan, su suggerimento di Jorge Mendes, poi i rossoneri – che avevano vagliato anche l’ingaggio di Rangnick – hanno deciso di puntare ancora sul duo Massara-Maldini.

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