Falcao: “Juve-Roma derby nazionale”

Falcao: “Juve-Roma derby nazionale”

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Nel giorno di Juventus-Roma, Paulo Roberto Falcao racconta la super sfida all’inserto del Corriere dello Sport, “Cuoio”. Queste le sue parole:

Juventus-Roma, cosa significa per lei?

«C’era sempre una tensione incredibile, anche tra i tifosi. E’ stato un derby nazionale, o meglio lo è diventato in quegli anni. Prima si parlava quasi solo delle sfide tra la Juve e il Torino, Milan o Inter. La Roma in quegli anni ha meritato di giocarsela alla pari con la squadra più forte. Non è stata sempre la partita più importante o comunque quella decisiva per vincere lo scudetto. A parte nel 1981…».

Parla del gol di Turone?

«Certo, è stato uno scandalo. Quello non fu uno scudetto perso, ma tolto. Non ho mai visto in vita mia una cosa del genere. Quando Di Bartolomei ha alzato la palla, alle spalle di Gentile, per Pruzzo che ha colpito di testa io sono arrivato in velocità e non sono riuscito ad arrivare sul pallone. Vuol dire che ero dietro la linea, non ero in fuorigioco. Turone tanto meno visto che veniva ancora più da dietro».

Che sensazione avete provato?

«Impotenza, un fatto scandaloso che ha deciso un campionato. Era il gol dello scudetto. Ancora oggi nessuno ha detto chi era in fuorigioco. Erano 40 anni che la Roma non vinceva il tricolore, dietro quel pallone c’era una storia. E’ stata una sofferenza per tutti: della gente che stava sempre dietro la squadra, per noi giocatori che stavamo dando tutto in campo. Non era solo una partita».

Quella rivalità non si sente più come ai vostri tempi

«Manca la competitività non la passione. La Juve e? sempre stata davanti di troppi punti in questi anni mentre negli anni ’80 si sentiva la tensione. Le altre squadre sono rimaste un po’ indietro, compreso la Roma che però ora mi pare sia sopra i bianconeri. Quindi magari è la volta buona».

C’e? un giocatore della Juve di quegli anni che avrebbe voluto nella sua Roma?

«Senza dubbio Marco Tardelli. Oggi tutti parlano di box to box come se fosse un qualcosa di moderno, ma non è vero niente. Tardelli ti arrivava davanti con molta facilità pur partendo da dietro. Come facevano pure Mattha?us e Cerezo. Marco era un giocatore di grande rendimento. Ce ne erano tanti forti, ma se ne devo scegliere uno mi prendo lui».

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