Festival di errori: Zeman 3-3 a fatica. Ora il boemo trema

Festival di errori: Zeman 3-3 a fatica. Ora il boemo trema

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bol-rom3GAZZETTA DELLO SPORT – P. ARCHETTI – La partita delle 12.30 è una buona opportunità per le famiglie, soprattutto d’inverno. Clima più umano, orario che permette compiti e svaghi nel pomeriggio, se poi si deve saltare anche il pranzo dalla suocera, la suddetta non cercherà vendette ma si piegherà per il divertimento dei nipoti. E’ facile far innamorare del calcio i bambini: basta segnare tanto evitando le sofisticazioni tattiche. Più o meno quello che è successo ieri e una gioia infantile ha pervaso gli spettatori, che hanno applaudito sei gol, un palo e una traversa, questa all’ultimo istante. Non per passare da orchi, però il calcio degli adulti è diverso, se non l’opposto, di questo. Gli allenatori lo sanno: Pioli ha visto bruciarsi l’allungo sul fondo classifica, Zeman non ha riconquistato autorità e fiducia con le sue scelte. Sbagliate. La panchina potrebbe saltare anche subito, come traghettatori si pensa a Malesani e Sella in attesa del futuro che potrebbe essere Allegri.

I motivi Una massa uniforme di errori difensivi ha fatto invidiare gli attaccanti di questa gara da tutti i colleghi: cosa ci siamo persi, avrà gridato il sindacato dei centravanti nel rivedere le scene piccanti. Stopper che regalano il pallone fuori dall’area (Sorensen a Florenzi: 0-1), esterni che non reagiscono a un buco di un collega (Castan-Balzaretti e Gilardino pareggia), punte che saltano in solitudine (Osvaldo 1-2) o che possono girare da lontano (Gabbiadini su Burdisso, 2-2). Poveri portieri? No, poveri tifosi, perché anche Goicoechea e Agliardi fanno disastri. Morale: pari quasi giusto, pur se il Bologna scuote i due legni dopo il 3-3, e problemi più evidenti.

Manca disciplina Ha ragione Zeman, che in campionato a Bologna non ha mai vinto: alla Roma manca disciplina. Quella tattica soprattutto, perché reparti scollegati portano a pericolosi uno contro uno a cui non sono più abituati i suoi difensori. Del portiere si è detto, la stanchezza stavolta non influisce più di tanto, dato che c’è la contro rimonta, ma nemmeno vengono spazzate alcune costanti brutture: si aspetta sempre il momento in cui la squadra si sbriciola, e questo puntualmente arriva. Pure all’andata (3-2 per il Bologna) ci furono show simili: se dopo un girone non sono stati evitati non si va in Champions, ma all’autodistruzione. Le polemiche non mancano, i punti sì: due, senza vittorie, nel 2013; uno nelle ultime 4 trasferte.

Mancano protezioni Il peggiore nel Bologna è stato Sorensen, ma il sostituto di Portanova sarebbe Antonsson. E comunque anche con il capitano venduto al Genoa la porta non restava linda. La grana del portiere rimane, perché Agliardi è crollato come in altre gare su un cross (potrebbe risolverla Viviano), ma pure le fasce e le protezioni a centrocampo non sono state esemplari. Il bello è l’intelligenza di Gabbiadini che parte da destra e va a far male. La tecnica e la generosità di Diamanti, solito piede adatto al cognome; il fiuto di Gilardino. Tutto quanto fa spettacolo è da metà campo in poi, come per i giallorossi. Totti, Pjanic e Osvaldo hanno infierito sulle stupidate altrui.

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