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FOCUS CGR – Caro Rudi sei da Scudetto senza l’impaccio del turn over. Ma occhio al 2001-2002…

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La premessa è d’obbligo: chi contesta Rudi Garcia sul piano dei risultati o non capisce di calcio, o peggio è in mala fede.

In 79 gare di campionato da quando è alla guida della Roma, il tecnico francese ha raccolto 45 vittorie, 21 pareggi e solo 11 sconfitte (di cui almeno 4 ininfluenti, poichè giunte al termine della stagione, quando ormai i tre punti non avrebbero modificato il piazzamento raggiunto dalla Roma).

131 gol realizzati, solo 58 subiti che sono valsi ben 162 punti in classifica, cioè una media di 2,05 a partita.

GARCIA  2 OpenDay 2015Insomma, Rudi Garcia ha di fatto sempre lottato per vincere, non discostandosi mai dalle prime due posizioni tranne in una giornata dello scorso campionato, quando fu momentaneamente sorpassato dalla Lazio di Stefano Pioli.

In mezzo ha dovuto subire la stagione dei record della Juventus, che con 102 punti gli ha strappato il sogno di conquistare il quarto scudetto della storia romanista al primo colpo: con gli 85 punti della prima stagione infatti, la Roma avrebbe vinto il tricolore in cinque, dei sei, campionati precedenti.

Il destino a volte è beffardo, se indossa la sciarpa romanista può essere anche letale, ma Rudi non si è scomposto e ha ricominciato scommettendo sulla sua squadra. Purtroppo però gli infortuni, il fato, quel maledetto Roma-Bayern e qualche scelta azzardata della società, hanno influito negativamente sulla sua seconda stagione, costringendo il tecnico francese a difendere con i denti il secondo posto e quindi il piazzamento diretto in Champions League.

Oggi la Serie A è partita con diversi temi nuovi e qualche certezza in meno: la Juventus dopo 4 anni di dominio assoluto, ha raccolto solo 1 punto (fortunoso e alla “sua maniera”) in tre giornate; il Napoli, tanto decantato, dello “scienziato” Sarri solo 2 punti, il Milan del cavaliere Miha è fermo a 3 ed è uscito sconfitto nel derby.

La vera rivelazione è l’Inter di Roberto Mancini, rivoluzionata da capo a coda, con 9 innesti su 11 titolari: i nerazzurri sono a punteggio pieno e potrebbero ritagliarsi un ruolo da protagonisti a sorpresa, come fu per la prima Roma di Rudi.

Solo due lunghezze dividono giallorossi e nerazzurri, in un campionato che per come è iniziato ricorda da vicino quello del 2001-2002: anche all’ora le tre contendenti più chiare al tricolore furono Roma, Juventus e Inter, e come all’ora il Chievo partì sparato, con 6 punti in tre gare (quest’anno addirittura 7).

Capello Sensi BatiLa Roma di Capello, dopo aver scucito lo Scudetto ai biancocelesti, partì in sordina con due pareggi e una sconfitta (Verona-Roma 1-1, Roma-Udinese 1-1, Piacenza-Roma 2-0) – come sta avvenendo per la Juventus di Allegri (ferma a 1).

L’Inter di Cuper, di Ronaldo e Vieri, ma per a la verità di Ventola e Kallon almeno nella prima parte di stagione, si ritrovò a sorpresa a lottare per il titolo, con 7 punti nelle prime tre giornate, mentre la Juve, che arrivava da due secondi posti consecutivi era già in testa a punteggio pieno.

L’andamento di quella stagione fu strano e altrettanto spettacolare: una serie di sorpassi tra le tre squadre in testa, la Roma si riprese, anche perchè come rosa la più forte, e chiuse il girone d’andata in cima alla classifica, laureandosi campione d’inverno.

Subito dietro l’Inter a una lunghezza, in mezzo il Chievo dei miracoli di Del Neri e la Juve staccata di diversi punti.

Il finale di quella stagione se lo ricordano tutti, il 5 Maggio all’Olimpico la tragedia nerazzurra contro una Lazio che ben poco aveva da chiedere a quel campionato, la Juve corsara a Udine, diversi episodi arbitrali controversi nel girone di ritorno ma, soprattutto, una Roma incapace di vincere contro Venezia, Piacenza, Lecce, Brescia (andata e ritorno), Verona, che arrivò ad un solo punto dai bianconeri.

Ecco, l’analogia potrebbe essere nelle protagoniste e nell’andamento del campionato, che riserverà sicuramente delle sorprese, più equilibrato e meno definito nelle gerarchie, perchè difficilmente avrà un padrone assoluto, a meno che la Roma – da favorità quale è stata indicata ormai da tutti gli osservatori – non trovi una continuità tale di rendimento, in grado di sbaragliare la concorrenza.

Continuità significa sicurezza, sicurezza equivale a necessità di un undici titolare forte e riconoscibile, sul quale innestare di volta in volta – in base alle sole esigenze del momento – quei 3 o 4 calciatori in grado di fare la differenza partendo dalla panchina, come sta avvenendo per Manuel Iturbe decisivo sia contro la Juve, sia a Frosinone.

??????????????hChi non rammenta la formazione titolare del primo anno di Rudi? De Sanctis, Maicon, Benatia, Castan, Balzaretti; De Rossi, Pjanic, Strootman; Florenzi, Totti, Gervinho.

Un undici unico e imbattibile, nelle prime 10 record consecutivo di vittorie, poi qualche infortunio e i quattro pareggi a fermarla, ma nel girone di ritorno un’altra striscia di vittorie consecutive (9), in grado di farle centrare con 5 giornate d’anticipo la matematica certezza della Champions.

Garcia è chiamato a ritrovare quelle certezze, con un undici titolare in grado di giocare la maggior parte delle partite (salvo squalifiche e infortuni).

L’incertezza nei ruoli chiave della squadra può rischiare di compromettere la stagione, e Rudi deve avere il coraggio di scegliere, deve avere la forza di supportare la pressione ambientale su determinati calciatori e mettere il bene della Roma dinanzi a tutto e tutti.

Il Turn Over sistematico è un male tutto italiano e in alcuni casi appare la soluzione più semplice per permettere all’allenatore, evidentemente non dal pugno di ferro, di gestire gli umori dello spogliatoio senza creare fratture.

Aguero, Ronaldo, Messi, Suarez, Yaya Toure, Silva, Iniesta, Neymar, Benzema, Bale etc... sono campioni che non vengano mai a mancare, che giocano ininterrottamente di domenica, di mercoledì, di sabato, ancora di martedì e ancora di domenica. Campionato, Coppe, Nazionali, tutto, perchè è giusto che sia così.

Nella Roma deve accadere lo stesso, c’è bisogno di certezze e sicurezza nei ruoli fondamentali: Szczesny, Manolas, Florenzi, Digne, De Rossi, Pjanic, Nainggolan, Iago Falque, Salah, Dzeko, sono 10 uomini che Rudi deve mandare in campo sempre, per trovare una fisionomia di gioco chiara e ben definita, come avvenne nel suo primo anno, in attesa del pronto recupero di Castan.

La sensazione è che se ciò accadrà, la Roma avrà più chance di vittoria e Rudi Garcia da condottiero, sarà incoronato Re assoluto all’ombra del Colosseo.

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