Fonseca: “Ho dato tutto per la Roma. Dopo l’addio di Petrachi sono...

Fonseca: “Ho dato tutto per la Roma. Dopo l’addio di Petrachi sono rimasto solo. Auguro a Mou di vincere”

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Milan vs Roma Campionato di calcio serie A 2020/2021

Paulo Fonseca ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Sky Sport. Questa la versione integrale e completa:

Qual è il sentimento dominante? 

Serenità, tranquillità. Penso di aver dato sempre tutto per la Roma, credo di avere anche creato un grande rapporto con le persone che hanno lavorato con me alla Roma e per me è importante, la relazione che abbiamo creato.

Sul bilancio delle stagioni 

Il primo anno è stato molto positivo, sono arrivati tanti giocatori, un nuovo ds che poi ha lasciato il club. E qui devo essere molto onesto, Gianluca Petrachi ha fatto un grande lavoro, un grande professionista che mi ha sempre appoggiato molto e ho imparato molto da lui. Sono poi capitato nel momento più difficile, con il cambio di proprietà. Nel secondo anno fino a marzo siamo sempre stati tra i primi quattro, poi ci sono stati dei problemi difficili da gestire. Non è facile gestire tanti infortuni, in semifinale avevamo 13 giocatori fuori. Non sono scuse, ma la verità. Abbiamo visto anche cosa è successo al Bayern e al Liverpool, senza giocatori importanti.

Cos’è successo con Dzeko?

I problemi ci sono in tutte le squadre. Insieme alla società abbiamo tolto la fascia a Dzeko ma dopo come professionisti abbiamo parlato e risolto la situazione. Ora non è importante tornare a questo problema. Non l’abbiamo pagata nella stagione, non è stato un problema per la squadra.

L’avete pagata?

No, non è stato un problema.

Cosa lascia dietro di sè?

La consapevolezza che le scelte che ho fatto sono state sempre per il bene della Roma. Penso di lasciare una squadra con una identità, con un calcio positivo, offensivo, lascio una squadra con molti giovani per il futuro.

Parliamo di futuro, Fiorentina?

Abbiamo avuto contatti. Non è importante ora. La Fiorentina ha un grande allenatore.

Italia o estero?

Vediamo. Il calcio italiano mi piace molto, mi piace vivere qui, è un modo di vivere molto simile a quello portoghese. Deve essere una scelta fatta con criterio, devo pensare con calma al mio futuro. Ora so che voglio andare in vacanza con la famiglia, i miei figli, sono stati difficili questi due anni, intensi con il Covid, giocando ogni due giorni. Ora è tempo di stare con la famiglia.

Come gli hanno annunciato che non sarebbe rimasto?

Non è stato un momento specifico. Con la nuova proprietà era facile capire che poteva succedere, è stato un processo normale per me. Poi è arrivato Tiago, abbiamo parlato sempre molto in maniera diretta e frontale. È stato facile capire che questo ciclo era finito.

Si sarebbe aspettato più fiducia?

Non era una questione di fiducia. Quello che ho vissuto con l’addio di Petrachi è stato il momento più difficile. Sono rimasto solo a dirigere la squadra, senza appoggio.

Momenti difficili anche l’errore di Diawara e le sconfitte a tavolino..

Sono cose che non dipendono da me. Una squadra come la Roma non può permettersi certi errori.

È mancato un leader come De Rossi?

Non conosco bene De Rossi, so che era un grande calciatore, un grande leader. Noi abbiamo avuto grandi leader. Mancini è un grande leader, non penso sia stato un problema.

È un pregio o un difetto essere un signore?

Io sono così, sono Paulo Fonseca. Non posso far finta. Penso sia un pregio, indipendentemente dal risultato ci deve essere rispetto. Tutte le persone meritano rispetto da me. Per questo ho sempre creato un buon rapporto.

Vi siete sentiti con Mourinho?

Ci siamo scambiati un messaggio. Abbiamo avuto parole oneste.

Scelta giusta?

È un grande allenatore, gli auguro tanto successo alla Roma.

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