Fonseca il ‘trasformista’: tre indizi portano al cambio di modulo

Fonseca il ‘trasformista’: tre indizi portano al cambio di modulo

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FOCUS CGRObiettivo 24 giugno, Sampdoria, Stadio Olimpico. Dopo mesi di polemiche, scontri verbali in Lega, dichiarazioni al vetriolo sull’asse FIGC-Governo, giovedì scorso è arrivata l’ufficialità: la Serie A torna in campo, con i recuperi dei match posticipati a causa del covid il 20 giugno, con la prima giornata integrale il 23-24 giugno (nuovi contagi e quarantena permettendo). Nel frattempo a Trigoria prosegue il lavoro atletico e tattico della ‘maxi-rosa’ a disposizione di Paulo Fonseca. Al netto di un paio di nuovi infortuni (Pau Lopez e Perotti) che a breve saranno riassorbiti, l’unico calciatore che non ci sarà al nuovo fischio d’inizio è Nicolò Zaniolo, che probabilmente entro metà luglio sarà in campo.

MODULI ED ESPERIMENTI – Il tecnico lusitano in queste settimane di lockdown ha lavorato sul futuro, studiando insieme ai suoi collaboratori tanti calciatori, ma anche sul presente, predisponendo nuove strategie tattiche, metodologie d’allenamento (in linea con quanto accadeva allo Shakhtar quando doveva ripreparare il gruppo post pausa invernale) e pensando magari anche qualche modifica all’assetto tattico. In questo senso, un primo indizio è percepibile ripercorrendo la prima parte di questa stagione, dove Fonseca, attanagliato spesso dall’emergenza infortuni, è stato costretto più volte a cambiare sistema alla sua Roma: 4-2-3-1 ultra offensivo con i terzini molto alti, un 4-2-3-1 ‘più guardingo’, con uno dei due terzini bloccato a turno sulla linea dei centrali e sviluppo armonico della manovra sul fronte opposto; una difesa a tre mascherata, quando Mancini giocò da mediano davanti ai due centrali; infine la difesa a tre vera e propria, adottata contro l’Atalanta oppure con qualche curiosa variante (Cristante in mezzo a Smalling e Mancini), nel match di Coppa Italia contro il Parma.

La duttilità di Fonseca dunque non è in discussione. Ma in vista di un possibile cambio di modulo, sono arrivati altri due indizi. L’11 Aprile scorso ai microfoni de il Romanista, Fonseca ha aperto a questa ipotesi:Noi quest’anno abbiamo giocato con diversi sistemi e anche con la difesa a tre. Qui in Italia lo fanno bene e io penso di poterlo utilizzare perché può anche essere fatto in maniera offensiva. Qui è molto difficile giocare tra le linee e dentro il campo, e se vogliamo giocare più nel corridoio laterale può essere una buona idea. Anche nella costruzione è un buon sistema perché a noi piace costruire a tre, ma spesso utilizziamo un centrocampista o un terzino, e invece partendo con tre difensori sarebbe più chiara l’idea, e diventerebbe più difficile per gli avversari contrastare l’azione. Ma penso che qui in Italia questo sistema è molto importante anche in un altro momento: nella marcatura preventiva. Potrei anche utilizzarlo perché ha un senso soprattutto qui in Italia, proprio perché nella transizione gli avversari sono molto forti, e noi abbiamo bisogno di essere preparati”. Il terzo e ultimo indizio, che come si suol dire ‘fa una prova’, è la sperimentazione sulla difesa a tre avviata sin dalle prime sedute collettive, partite ufficialmente lo scorso 22 maggio.

VANTAGGI E GESTIONE – Sono tante le squadre in Italia che adottano questo modulo tattico, con diverse interpretazioni: l’Atalanta di Gasperini, l’Inter di Conte, il Verona di Juric, il Torino di Mazzarri (prima dell’esonero) sono solo alcuni esempi. Ogni squadra con la propria mentalità, ogni squadra con la propria predisposizione offensiva o difensiva. Fonseca l’attuerebbe con l’idea di offendere sfruttando linee di gioco diverse. I tre dietro, vista l’abbondanza in rosa (attualmente sono 6 difensori centrali), darebbero maggior equilibrio in fase di non possesso, permettendo alla squadra di assorbire meglio la profondità, regolarizzando il giro palla in fase di costruzione, dove la Roma tra gennaio e febbraio ha palesato qualche lacuna a seguito dell’infortunio di Diawara; da centrocampo in su, Fonseca potrebbe avere un altro vantaggio: schierare contemporaneamente Pellegrini, Mkhitaryan, Zaniolo (quando rientrerà) mantenendo un regista vero come Diawara e avvicinando a Dzeko una seconda punta in grado di attaccare costantemente la profondità: Carles Perez, Kluivert, Under in quest’ordine, con il turco leggermente svantaggiato perchè rispetto agli altri sembra aver bisogno – al pari di Perotti – della linea laterale in un sistema diverso. Sugli esterni poi Kolarov avrebbe meno necessità di difendere e maggior libertà offensiva; stesso discorso a destra con Bruno Peres, che nelle ultime settimane prima dello stop, era stato più volte scelto da Fonseca con discreti risultati. Un ultimo elemento da non sottovalutare, riguarda la gestione delle energie: l’ultimo match ufficiale disputato dalla Roma risale al 1 marzo (Cagliari-Roma 3-4). Al ritorno in campo con la Samp, saranno 114 giorni di stop, senza possibilità di svolgere amichevoli come accade nel corso della preparazione estiva. La difficoltà ulteriore dipenderà dal tour de force di gare da disputare, in un periodo dell’anno molto caldo a livello climatico, con poche ore di recupero tra un impegno e l’altro. Questi elementi potrebbero essere contemperati da un cambio di sistema: con la difesa a tre si gestisce meglio la partita, si gioca meno in verticale, si può alzare il livello del possesso palla, evitando di rincorrere troppo all’indietro. Anche per questi motivi, Fonseca sta riflettendo su un nuovo assetto, inizialmente opzionale, che in caso di risultati eccellenti, potrebbe diventare definitivo in vista della prossima stagione.

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