Costa caro il business calcio in Italia. Dopo il gruppo Elliot nel Milan (Esposizione arrivata a 700 milioni), il prestito richiesto da Suning nell’Inter a Oaktree di 275 milioni e le due ricapitalizzazioni in casa Juve pari a 700 milioni, anche Dan Friedkin si sta accorgendo che gli investimenti nel calcio italiano sono rilevanti. Come ricostruisce Milano Finanza, il club giallorosso al termine dei 9 mesi fiscali relativi alla stagione 20-21, ha registrato una perdita di 108 milioni di euro ma solo la normativa speciale legata al Decreto Liquidità ha permesso ai nuovi proprietari di evitare un’immediata ricapitalizzazione.
Per compensare però i costi di gestione, Friedkin ha dovuto versare altri 60 milioni nel mese di agosto al fine di regolare le spese del club e gestire al meglio la campagna trasferimenti. In otto mesi i texani hanno staccato assegni per 115 milioni di euro, che si sommano ai 199 milioni versati nelle tasche di Pallotta per l’acquisto del club (valutato complessivamente 591 milioni comprensivi di debiti) mentre altri 100 milioni furono destinati sin da subito all’aumento di capitale. A conti fatti i Friedkin in poco più di 12 mesi hanno garantito liquidità per quasi mezzo miliardo di euro. Il debito finanziario continua a lievitare per via dei continui finanziamenti dell’azionista nella Romulus and Remus Investments LLC.
