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Garcia e il telefono vietato in panchina, ma al Real usarono anche gli auricolari

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rassegnastampaIL MESSAGGERO – B. SACCA’ – In panchina come in aereo. Gli allenatori e i giocatori non possono utilizzare il cellulare durante le partite. Vietato. La norma numero 4 del regolamento della Fifa, peraltro, lascia pochi margini di interpretazione. «L’uso di sistemi di radio comunicazione tra calciatori e/o lo staff tecnico non è consentito», sancisce. E chi trasgredisce riceve perfino una multa. Al contrario, il romanista Rudi Garcia l’altra sera non si è preoccupato proprio di nulla. E, al 34’ della sfida di Livorno, ha serenamente telefonato al vice Bompard, seduto in tribuna, per confrontarsi sul tema tattico dell’incontro. Nessuna paura, certo. D’altronde Garcia, comodo a bordo campo, non ha neppure nascosto il labiale. Niente. «Non sapevo non si potesse…», ha sorriso al 90’. Bompard, del resto, ha da tempo l’abitudine di osservare le gare da una zona alta dello stadio per fornire delle indicazioni a Garcia in presa diretta. «Usiamo la radio», spiegò a luglio.

Il dibattito, ovvio, si è aperto in fretta. Le leggi proibiscono la consuetudine, d’accordo, ma gli allenatore trovano sempre un modo per eludere le regole. Mourinho, spesso squalificato, invia messaggi alla panchina in qualsiasi torneo, ad esempio. E Conte, si sa, comunicava con i collaboratori senza problemi quando era sospeso. Un team manager o un preparatore può bastare ad evitare le noie. Garcia, poi, non era neanche squalificato domenica. L’ex del Real, Luxemburgo, comunque, riuscì a parlare con due giocatori tramite un auricolare durante un’amichevole. Fantacalcio.

 

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