Gasp ai raggi X: l’evoluzione del suo 3-4-3, gli uomini chiave e...

Gasp ai raggi X: l’evoluzione del suo 3-4-3, gli uomini chiave e i segreti della sua filosofia

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FOCUS CGR – La Roma è pronta ad accogliere Gian Piero Gasperini. Dopo il triennio straordinario a Bergamo, a 61 anni il tecnico di Grugliasco vuole prendersi la sua personale rivincita in una piazza importante, a seguito del naufragio dell’esperienza all’Inter di qualche stagione fa. Dopo l’insediamento di Petrachi, che presumibilmente avverrà entro fine mese, la dirigenza giallorossa vuole chiuderà – salvo clamorosi ribaltoni oggi non alle viste – l’accordo con Gasperini, per iniziare subito a programmare la stagione della rifondazione.

NUMERI – Una lunga gavetta nelle giovanili della Juventus (94′-2003), poi Crotone, Genoa – in due diversi mandati 2006-11 e 2013-16 – Palermo, Inter e infine il miracolo Atalanta. Queste le esperienza tra A, B e C1 di Gian Piero Gasperini, con una promozione nel massimo campionato conquistata a Genova, un 5° e un 6° posto valevoli per la qualificazione in Europa League sempre a Marassi, e infine l’exploit bergamasco, con un 4°, un 7° e un probabile 3° posto in classifica, piazzamenti conditi da 246 punti in 139 gare complessive di cui 198 in A su 113 panchine nerazzurre. La media punti con la Dea è la migliore della sua carriera: 1,77 a partita in attesa dell’ultimo match contro il Sassuolo che si giocherà al Mapei Stadium.

MODULI & FILOSOFIA –  Gasperini ha sempre preteso due aspetti fondamentali dalle sue squadre: aggressione e intensità. Il modulo di riferimento fino a tre anni è di fatto sempre stato il 3-4-3, sistema che consente pressioni alte, sovrapposizioni continue sugli esterni e un attacco massiccio alla porta avversaria. Al Genoa soprattutto l’esaltazione del 3-4-3 ha imposto ai dirigenti rossoblu di dotare la squadra, sul piano offensivo, di un trio di attaccanti con due ali veloci e brave nell’uno contro uno e, in genere, un centravanti d’area di rigore completo, abile nell’attacco alla profondità e nella destrezza nei sedici metri.

Es.
Juric – Borriello – Sculli 
Palacio – Toni – Sculli
Santana – Gilardino – Centurion
Falque – Pavoletti – Perotti

A Bergamo si è verificata poi una mutazione del suo sistema offensivo: dal 3-4-3 di base Gasperini è passato ad un 3-4-1-2 o 3-4-2-1, valorizzando dietro la prima punta (Petagna-Zapata) calciatori dalle caratteristiche diverse: il Papu Gomez, un’ala tipica, al quale viene lasciata un’ampia libertà di movimento su tutto il fronte offensivo; Cristante o Kurtic incursori con movimenti similari a quelli di Perotta nella prima Roma di Spalletti o Nainggolan nel secondo mandato giallorosso del tecnico toscano; Ilicic, classico numero 10 che da una posizione decentrata sulla destra, è capace di tramutarsi in una seconda punta o a volte a muoversi quasi da falso nueve.

UOMINI CHIAVE – Analizzando le formazioni schierate nel corso degli anni da Gasperini, è possibile ravvisare alcuni uomini chiave che non mancano mai nella predisposizione del suo undici tipo: un portiere di personalità, bravo a giocare con i piedi e a far ripartire l’azione rapidamente; un difensore centrale, che sia un regista ma anche una guida per i movimenti di tutto il pacchetto arretrato; la coppia dei centrocampisti centrali composta in genere da un mediano e da un regista, più uomo d’ordine che regista classico ‘alla Pirlo‘;

Es.
mediano-regista

Juric-Motta
Paro-Milanetto
Rincon-Veloso
Biondini-Lodi
Gagliardini-Freuler
Kessiè-Freuler
Cristante-Freuler
De Roon-Freuler

Infine, di base, sei-sette elementi di grande corsa: i due ‘braccini’ esterni della difesa a tre, i due laterali di centrocampo e le due ali (se il sistema è il 3-4-3). Ciò denota la necessità di scegliere calciatori funzionali alla sua metodologia, che sposino in pieno i concetti di intensità, pressing alto e continuo movimento, con coperture preventive e aggressione costante al portatore di palla avversario. Un lavoro che nasce da allenamenti molto duri, fisicamente probanti ma che generano da un lato un bassissimo numero di infortuni muscolari, dall’altro una condizione atletica medio-alta perdurante per quasi tutto l’arco della stagione. Si è detto per anni, sbagliando, che il calcio di Gasperini richiami quasi una marcatura a uomo a tutto campo. In realtà non si tratta di una marcatura passiva, ma di una ricerca costante del contatto con l’avversario, con compiti specifici di recupero del pallone e studio dei punti deboli dell’avversario di turno. A tratti le squadre di Gasperini (con l’Atalanta mirabile esempio in questo senso) sembrano quasi stritolare l’avversario, asfissiarlo, per poi in fase di possesso accerchiarlo nella propria area. Una squadra che gioca costantemente all’arrembaggio, quasi fosse composta da pirati. Un elemento a favore, sul piano statistico, riguarda la produzione offensiva, capace per quanto concerne solo l’esperienza di Bergamo, di portare un bottino pari a 193 reti in 113 partite, quasi 2 gol di media a partita; un punto debole forse i numeri della fase difensiva e dei gol incassati: 1 di media a partita.

 

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