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VIDEO – Giannini ricorda Liedholm: “Barone fondamentale per la mia crescita. Grande uomo e grande tecnico. Straordinario nella gestione del gruppo”

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Oggi Nils Liedholm avrebbe compiuto 97 anni. Un pezzo di storia della Roma, che sta ricevendo encomi e ricordi da parte di tanti ex calciatori e tesserati giallorossi. Tra questi anche Giuseppe Giannini che ai microfoni di Centro Suono Sport, ha ricordato così il grande ‘Barone’: “Devo tantissimo al Barone, devo tantissimo ad un uomo che mi ha fatto crescere, che mi ha fatto esordire, un maestro di vita, di calcio, che nel lontano gennaio dell’82 mi permise di coronare un sogno: giocare in Serie A con la maglia della Roma, con la maglia del mio cuore. Mi emoziona sempre ricordarlo, riascoltare magari dei frammenti delle sue interviste, una persona vera, un signore come pochi altri. Per i più giovani era un punto di riferimento, per il suo carisma, per la sua intelligenza. Ricordo anche la sua ironia, sapeva parlare al gruppo, sapeva toccare le corde emotive giuste. A fine allenamento rimanevo a perfezionare la mia tecnica individuale, col sinistro il Barone ci scriveva. Mi ricordo che facevamo 20-30 minuti di lanci, poi Nils chiamava Giorgio Rossi nel suo spogliatoio ed era costretto a fargli dei lunghi massaggi perchè il mister aveva corso tanto. Ogni domenica quando dava le maglie delle riserve, speravo di ricevere il 14 perchè eri certo di poter entrare in campo.

“Sul piano degli allenamenti, si facevano tante esercitazioni tecnico-tattiche ma il Barone – aggiunge Giannini – era avanti sopratutto a livello di strategie: nessuno avrebbe ad esempio schierato Di Bartolomei da libero, fu una mossa decisiva. Il Sabato in ritiro vedevamo le immagini dell’avversario, a volte ci faceva vedere anche delle gare europee. Un giorno, ero seduto vicino a lui e mentre guardavo la partita commentai un tiro potente, lui sentì e mi disse “Giannini una volta a San Siro tirai presi la traversa la palla tornò a centrocampo e per poco subimmo gol”. Come tutti gli allenatori, aveva sicuramente un debole tecnico per alcuni rispetto ad altri, ma sapeva tenere il gruppo unito, con grande intelligenza. Sicuramente amava i calciatori che davano del tu al pallone, i calciatori di qualità. Con Nils dovevi temere i complimenti durante la settimana, quando ti diceva che ti aveva visto bene, poi finivi in tribuna.”

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