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Il Chelsea, Drogba e la fiducia di Lampard: ecco Abraham, il nuovo numero 9 scelto da Mou (SCHEDA)

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FOCUS CGRKevin Oghenetega Tamaraebi Bakumo-Abraham, 82 kili per 196 cm. Nome e caratteristiche fisiche già ne dipingono da soli il profilo. Un centravanti di origini nigeriane ma plasmato nelle academy inglesi. Forza fisica abbinata ad esplosività e qualità tecniche. Ne è consapevole Mourinho, che anni fa consigliò a Lampard di tenerselo stretto e dargli finalmente fiducia dopo un paio di grandi stagioni in Championship. E l’ex capitano del primo Chelsea ‘mourinhiano’ colse al volo il suggerimento del suo maestro, affidandogli il ruolo di prima punta nel nuovo Chelsea che, nel giro di due anni, sarebbe arrivato sul tetto d’Europa. Frankie tra l’altro lo conosceva già abbastanza bene, perchè da avversario sulla panchina del Derby County, Abraham aveva realizzato con la maglia dell’Aston Villa la rete che mandò in paradiso chiamato Premier i Villains, a discapito proprio di quell’allenatore che poi gli avrebbe dato fiducia. Ma facciamo un piccolo passo indietro.

TRA LIBRI E PALLONE – Tammy Abraham è nato a Londra, il 2 Ottobre del 1997, è cresciuto calcisticamente nelle giovanili dei blues, con le quali ha vinto due volte la UEFA Youth League. Da bambino amava il pallone e il suo gioco preferito si consumava tra le mura di casa insieme al fratello Timmy (oggi attaccante del  Newport County, club della League Two). Studente modello, nonostante i sacrifici e un’ora di viaggio quotidiano per raggiungere le strutture d’allenamento del club londinese, Abraham ha deciso di completare regolarmente gli studi alla Plimco Academy di Westminister, poi il calcio ma solo due volte a settimana, più la partita del weekend: “Anche se non giocavo a calcio tanto quanto gli altri ragazzi, penso sia stato meglio per me avere quell’equilibrio. Mi è piaciuto ogni minuto di essere a scuola. Stavo facendo il mio lavoro, ma continuavo a giocare a calcio. Sapevo che dovevo ottenere buoni voti in modo da potermi concentrare sul calcio”.

La prima grande gioia è stato ovviamente l’esordio in Premier il 16 maggio del 2016, contro il Liverpool, poi il club londinese – come da impostazione societaria con decine di giovani ragazzi – ha deciso di mandare Abraham in prestito prima al Bristol (48 presenze e 26 reti), poi allo Swansea (38 presenze e 8 reti), infine all’Aston Villa dove vince la B inglese con un bottino di reti straordinario: 26 in 40 partite, a soli 21 anni. Abraham resta molto legato all’esperienza con la maglia dei ‘The Villans’, tanto da richiamare spesso sui social con foto e riferimenti particolari un’annata che gli è valsa la consacrazione nel grande calcio.

 

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SOGNI IN PARTE REALIZZATI – Frankie Lampard nel 2019 decide dunque di puntare su di lui – complice anche il blocco del mercato e la necessità di puntare sui giovani a disposizione del club – e i risultati sono subito immediati. L’inizio stagione è piuttosto complicato perché subentra nella finale di Supercoppa Europea contro il Liverpool, getta alle ortiche un gol già fatto e, dagli undici metri, sbaglia il rigore decisivo per poi beccarsi i becer insulti razzisti, che han fatto scandalo in tutta la Gran Bretagna e, ovviamente, nel resto del mondo. Quarantuno giorni dopo, chiamato a sostituire gente del calibro di Diego Costa e Morata, segna 8 gol nelle prime 8 partite, ribaltando totalmente i giudizi sul suo conto e arrivando al termine della stagione all’ottimo score di 18 reti in 48 gare. I problemi risorgono nella stagione successiva, quando l’approdo di Tuchel e gli arrivi dei vari Havertz, Werner e Zyiech gli portano via spazio e possibilità di completare quel processo di maturazione in un top club, che lo stesso Abraham sperava di portare a termine. In più qualche stop forzato per alcuni problemi alla caviglia ne hanno ulteriormente frenato l’impeto, ma i numeri complessivi raccontano di un attaccante che segna con grande regolarità. 90 reti in 209 apparizioni totali da professionista, 75 in 170 solo nei campionati. 

PARAGONI PESANTI – Al Chelsea tifosi e addetti ai lavori erano convinti dopo anni di aver ritrovato un piccolo Drogba, anche perchè Abraham per caratteristiche si avvicina molto al centravanti ivoriano, protagonista di grandi successi con la maglia dei blues. D’altronde questo legame immaginifico tra i due, si è creato naturalmente, diversi anni fa, quando Abraham raccontò di aver incrociato Drogba vicino alla struttura d’allenamento e lo stesso gli offrì spontaneamente il suo aiuto: “Il primo giocatore che incontrai da ragazzino, quando ero all’Academy, fu proprio Didier. Mi vide fuori dalla porta, che avevo freddo, mi fece salire in auto e mi accompagnò al campo d’allenamento. Avevo solo 9 anni”. Esplosività, aggressione alla profondità, fiuto del gol e un’ottima conclusione dalla distanza, aggiunte ad una falcata che gli permette di superare difensori spostando spesso il pallone sul lato debole. ‘Tammy’, è un centravanti tatticamente evoluto, che sa fare reparto da solo, ma che sa anche trovare la posizione sul fronte offensivo spaziando da destra a sinistra.

Se arriverà nella capitale dovrà indossare la maglia numero 9 e soprattutto ricevere l’eredità pesantissima di Edin Dzeko, che è divenuto negli anni il terzo marcatore all time della storia romanista. Tammy è abituato a questo tipo di pressioni, semmai dovrà confrontarsi con una realtà calcistica nuova, un campionato totalmente diverso dove però la sua fisicità – come accaduto per gente come Lukaku recentemente – potrebbe essere l’appiglio per integrarsi sin da subito.

 

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