Il Napoli di Sarri: la geometria perfetta dei triangoli verticali

Il Napoli di Sarri: la geometria perfetta dei triangoli verticali

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L’AVVERSARIO CGR – Nella caotica rincorsa alla qualificazione in Champions League a colpi di sorpassi e contro sorpassi, il calendario di Serie A in occasione della 27° giornata, genera un turno stellare: il derby di Milano, Lazio Juventus e soprattutto la sfida del San Paolo tra Napoli e Roma.

IL CIELO AZZURRO DI RECORD – La squadra di Sarri sta disputando fin qui una stagione straordinaria, per quanto riguarda il campionato: 69 punti in classifica, mai alla 26° giornata gli azzurri nella loro storia avevano totalizzato una cifra simile; 15 punti in più rispetto alla scorsa stagione e soprattutto 10 vittorie di fila, altra striscia record. Letto così su carta il match di sabato sera, complice invece il rendimento scadente della Roma quinta in classifica, sembrerebbe proiettato verso una facile vittoria dei partenopei, ma attenzione. I giallorossi sul piatto della bilancia possono mettere un rendimento esterno di grande rilievo e a tratti sorprendente. La Roma infatti lontano dalle mura amiche ha totalizzato 2 punti in più della scorsa stagione con soli 6 gol subiti, miglior difesa esterna di tutta la Serie A.

IL PROF. SARRI – Il Napoli attualmente è una delle squadre che gioca il miglior calcio d’Europa, forse secondo in questo momento all’estetica spettacolare ed efficace del City di Pep Guardiola. Gli azzurri hanno subito una rapida e inesorabile metamorfosi nell’ultimo triennio sotto la guida del tecnico toscano. Nella prima stagione il Napoli giocava un calcio di ottima fattura ma proiettato ad esaltare le qualità di Gonzalo Higuain, che chiuse la stagione con il record di gol in A (36) strappato a Nordhal. La partenza del pipita destinazione Juventus e l’arrivo di Milik impose a Sarri inizialmente solo la necessità di inserire il polacco al posto dell’argentino, in uno scacchiere tattico ben definito che però comportava anche l’eccessivo numero di gol al passivo. Lo scorso anno – proprio nel periodo in cui la Roma si impose al San Paolo per 3-1 – i partenopei soffrirono una crisi di rigetto dovuta all’infortunio dell’ex Ajax e al tentativo di inserimento di Manolo Gabbiadini. Da lì l’intuizione che ha generato il Napoli 3.0: Mertens centravanti, tridente leggero e imprevedibile, squadra corta in 30-35 metri massimo ed esaltazione del palleggio, mai fine a se stesso. La particolarità del possesso palla del Napoli, portato negli ultimi mesi all’estremo, risiede nella capacità non solo di giocare il pallone al massimo a due tocchi, ma di generare dei triangoli verticali continui, che permettono agli azzurri di trovare costantemente la profondità anche contro avversari che impostano la gara pensando esclusivamente alla fase difensiva. L’intensità, il ritmo elevatissimo e la capacità di costruire un undici stabile sono le chiavi dell’evoluzione straordinaria del Napoli, capace di sopportare anche il nuovo infortunio di Milik e la prolungata assenza di Ghoulam. Con le attuali 60 reti il Napoli è il terzo attacco del campionato, ma gli azzurri sono la squadra che ha calciato di più verso la porta avversaria (378 tiri complessivi su 874 attacchi complessivi, quasi 1 tiro su due azioni offensive). Sono 120 gli assist totali (primato in A) e la miglior difesa del torneo insieme alla Juve. Un piccolo neo riguarda l’approccio alle partite, soprattutto al San Paolo: dei complessivi 15 gol subiti in campionato, il Napoli ne ha incassati ben 7 nei primi 15 minuti, salvo poi riuscire a rimontare in tutte le occasioni con 23 dei 60 gol realizzati dal 15′ al 45′ della prima frazione.

 

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