Il primo giorno da presidente

Il primo giorno da presidente

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IL ROMANISTA (D. GALLI) – Il 27 settembre 2010, DiBenedetto era ancora poco più di niente per i tifosi della Roma. Era un soggetto interessato a proporre un’offerta non vincolante. Era identificato come la cordata americana («o forse due», riportava all’epoca la stampa), semmai. Un anno dopo, diventerà il massimo che un romanista possa desiderare di essere: il presidente. Thomas Richard DiBenedetto assumerà a mezzogiorno e dintorni il comando dell’As Roma.

Sarà cooptato dal Consiglio di amministrazione, che tra l’altro approverà un progetto di bilancio d’esercizio chiuso con un passivo di circa 50 milioni (sarà ripianato con delle successive ricapitalizzazioni). Tradotto, il Cda lo integrerà tra i suoi membri e lo indicherà come presidente. Mr Tom accetterà la nomina, che sarà poi ratificata tra un mese dagli azionisti in assemblea. Sarà il ventitreesimo presidente dell’As Roma. Subentrerà all’avvocato di Unicredit, Roberto Cappelli, che era stato eletto numero uno il 4 luglio. «Sono stati tre mesi appaganti», ha spiegato ieri Cappelli a pagineromaniste.com, «duri ma ricchi di soddisfazioni per la passione e il lavoro che abbiamo messo dentro a questo progetto. A livello personale, da tifoso della Roma, è stato un onore ed un piacere ricoprire questa carica pensando anche alla casualità di come sono arrivato sulla poltrona della presidenza. Sono orgoglioso di far parte di un pezzetto, anche se piccolo, della storia di questo club».

L’avvocato ha poi rassicurato i romanisti: «La Roma è in buone mani, ne sono sicuro, da domani (oggi, ndr) le competenze saranno di DiBenedetto a cui auguro di rimanere presidente per tanti anni. Il lavoro svolto insieme in questi mesi mi dà solo certezze sul futuro e sulle potenzialità di questa squadra». Ha rischiato di chiudere questo interregno senza vincere mai. Per fortuna che Osvaldo c’è. «Se devo essere sincero – ha confessato Cappelli – mi sarebbe dispiaciuto essere l’unico presidente a lasciare senza neanche una vittoria all’attivo (ride, ndr), anche se poi è arrivata contro una squadra a cui sono molto legato. In passato mi è capitata la stessa situazione prima dell’arrivo del presidente Ghirardi. Diciamo che è stato l’ultimo regalo che mi ha fatto Parma». Cappelli lascia lo scettro a DiBenedetto. Oggi, cambia solo il presidente. L’attuale Cda decadrà con la prossima assemblea degli azionisti. Solo allora subentrerà il nuovo board. Otto dei tredici membri (ma potrebbero diventare quindici) saranno scelti dagli americani: oltre a Mr Tom, all’attuale ad Fenucci e all’avvocato Baldissoni, entreranno sicuramente nel nuovo Cda anche Pallotta, Ruane e D’Amore, ovvero gli altri membri della cordata americana, oltre a un uomo che dovrebbe essere legato a D’Amore. Più Joe Tacopina, l’avvocato newyorchese che qualcuno associa ancora al fallimento della trattativa con George Soros, nel 2008. Peccato che Tacopina fosse solo un intermediario. Furono i Sensi a dire di no al magnate. Ma ormai è acqua passata. Quella nuova sgorga oggi. E sgorga direttamente dall’America. In DiBenedetto we trust.

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